mercoledì 3 febbraio 2016

IN SALA - The Hateful Eight di Quentin Tarantino, film esaltante, scritto, diretto, interpretato in modo impeccabile. Assurdo, spietato, sadico, ma divertentissimo, con un impianto teatrale. Gioiello

Oggi vi voglio parlare di un film ancora nelle sale, un film eccezionale di un regista amatissimo e molto discusso. Grande cast, grande regia e sceneggiatura, ecc.... c'è tutto.
Mi riferisco a The Hateful Eight di Quentin Tarantino.
Ecco la recensione:





The Hateful Eight di Quentin Tarantino del 2015. Con Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Demián Bichir, Tim Roth, Michael Madsen, Bruce Dern, James Parks, Channing Tatum, Dana Gourrier, Zoë Bell, Lee Horsley, Gene Jones, Keith Jefferson, Craig Stark, Belinda Owino. (167 o 187 min. ca.)
Dopo la Guerra di Secessione, Wyoming. John Ruth (Russell), cacciatore di taglie, e Daisy Domergue (Jason Leight), condannata a morte, stanno percorrendo una strada innevata con una diligenza. Faranno salire il Maggiore Marquis Warren (L. Jackson), soldato di colore, a detta sua amico di Abraham Lincoln e Chris Mannix (Goggins), nuovo sindaco di Red Rock. Ed è proprio lì che tutti e quattro (oltre al cocchiere) per un motivo o per l'altro devono arrivare. Soltanto che la bufera li costringe a fermarsi nella locanda di una certa Minnie (che però non si trova lì in quel momento). Faranno conoscenza di altri loschi figuri che non aspettavano che loro... 












Film – sulla giustizia, anche se di “giustizia” ce n'è poca, semmai vendetta feroce - incredibile, in cinque capitoli più uno, con uno sviluppo quasi teatrale (anche per via dei personaggi che devono rimanere all'interno di quella baita e chiudere di volta in volta la porta fissandola bene con i chiudi. Gag, questa, che si ripeterà all'infinito e fonte di vere risate. Ma anche per i dialoghi molto lunghi, sorta di monologhi. Inoltre c'è anche la questione della durata. Tutto assomiglia ad una pièce teatrale. Teatro dell'assurdo). 
Già l'introduzione fa capire che ci si troverà davanti a qualcosa di eccezionale da tutti i punti di vista, con quelle bellissime immagini di montagne innevate, la musica di Ennio Morricone già di per sé con carattere. Insomma, immediatamente si ha un'impronta di come proseguirà (anche se stupisce minuto dopo minuto). I personaggi vengono presentati pian piano, i tempi sono dilatati. 
Tutti gli attori sono in gamba, ben caratterizzati, un po' macchiette, ma fa parte del gioco ed è una delle caratteristiche del cinema di Tarantino, prendere o lasciare. Spiccano però Samuel L. Jackson - espressivo come al solito, sempre a suo agio (come in Django*) nel ruolo del cattivone - e Jennifer Jason Leigh, trasandata, maleducata, sporca e conciata da far pietà, una maschera di sangue peggio di Sissy Spacek in Carrie- Lo sguardo di Satana di Bran De Palma. Una parte difficilissima, ostica, che lei riesce a caratterizzare con una naturalezza incredibile, risultando simpatica tra l'altro. Nomination all'Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista meritatissima. Un bel ritorno anche per Kurt Russell, Bruce Dern, Tim Roth. Ognuno porta qualcosa al suo personaggio, perché per l'appunto, tutti sono fondamentali. 
È un film corale che sembra iniziare come un western per proseguire come un giallo (vero e proprio cluedo) con tanta azione, tanto sangue. Prendere o lasciare anche in questo frangente. Le scene splatter, macabre, con spappolamenti di teste, corpi straziati e espulsioni corporali non mancano, ma fanno parte dello spirito dell'opera e dello stile del buon Quentin: non si può evitare. Poi è tutto intriso di humor. Humor nero, caustico, che, insieme con il sadismo di alcune scene, crea un mix esplosivo. Il pubblico si ritrova a ridacchiare di gusto per cose di una crudeltà senza pari. 
Oltre alle bellissime scenografie, la fotografia suggestiva e perfetta, trucco, colonna sonora (anche i brani editi), effetti speciali usati a dovere, una sceneggiatura senza alcuna falla, la regia è fenomenale: quelle inquadrature dal basso verso l'alto, la camera posizionata in modo tale da rendere partecipe lo spettatore, al quale sembrerà di trovarsi lì sulla scena. Davvero eccezionale. 
Intrattenimento ma anche vera e propria arte cinematografica. Questa volta non si può proprio contestare niente a Tarantino. 
Un film complesso, solido, mai scontato, ambizioso, molto autocompiaciuto ma con un vero divertimento alla base. Coinvolgente, ben realizzato e curato nei minimi particolari. In una parola: esaltante (se non è un capolavoro poco ci manca). Le quasi tre ore non si sentono per nulla e una volta finito si vorrebbe riguardarlo daccapo. Vergognoso sia stato escluso dalle nomination agli Oscar più importanti (avrebbe scavalcato tutti a occhi chiusi). Questo non è proprio l'anno giusto per le meraviglie della Weinstein Company (anche Carol* ha subito lo stesso trattamento). Da vedere assolutamente (in lingua originale per ascoltare i vari accenti così marcati). Consigliatissimo. (Sfiziosi i titoli di coda come nei vecchi film).


Voto: ****/****1/2









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












  
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