sabato 13 settembre 2014

Witness - Il testimone di Peter Weir, film campione d'incassi nel 1985 in bilico tra il thriller e il sentimentale (con qualche banalità). Finale avvincente e un Harrison Ford in parte (fu nominato agli Oscar)

Oggi voglio parlarvi di un film che anni fa aveva avuto molto successo. Diretto da un regista d'autore che si è prestato per il cinema commerciale spesso con risultati molto buoni. Questa pellicola è riuscita ma un po' banale forse.
Mi riferisco a Witness - Il testimone di Peter Weir.
Ecco la recensione:



Witness - Il testimone (Witness) di Peter Weir del 1985. Con Harrison Ford, Kelly McGillis, Josef Sommer, Lukas Haas, Jan Rubes, Alexander Godunov, Danny Glover, Brent Jennings, Viggo Mortensen. (112 min. ca.)
Alla morte del marito, Rachel Lapp (McGillis), Amish, deve trasferirsi da suo padre con il figlioletto Samuel (Haas) in un altro villaggio. Nei bagni della stazione di Philadelphia Samuel è testimone di un omicidio da parte del poliziotto corrotto McFee (Glover). Il detective John Book (Ford) è il primo a parlare con il bambino e, come scoprirà poco dopo, l'unico a voler far chiarezza e a voler punire il colpevole. Infatti Book verrà seguito sia dallo stesso McFee che dal suo capo (anch'egli coinvolto). Ferito da un colpo di pistola, dovrà rimanere nel villaggio Amish (aveva riaccompagnato madre e figlio) e mescolarsi con i suoi abitanti rimanendo sempre all'erta. 





























Film in bilico tra il thriller e il sentimentale molto particolare e affascinante per i luoghi e per la capacità del regista di cogliere le suggestioni di una comunità che vive senza tecnologia e che tiene fede ai propri principi (come quelli della non violenza). 
Nella parte centrale infatti si concentra più nel mostrare il processo di ambientamento di Book ed è tutto giocato sulle differenze dello stile di vita a cui l'uomo dovrà abituarsi. 
La parte romantica è forse la tematica meno convincente (anche perché è un po' troppo scontato il cliché degli opposti che si attraggono) mentre invece ciò che funziona è quel senso del pericolo sempre latente che sfocia poi nel finale molto ritmato e pieno di tensione. 
Lo spettatore sa in anticipo che succederà qualcosa ed è coinvolto. 
Bella la fotografia, buon montaggio, la sceneggiatura - come detto sopra - è piuttosto esile ma Weir orchestra il tutto con sapienza. 
Harrison Ford è credibile, riesce con naturalezza a fare il pesce fuor d'acqua ma anche un uomo che nonostante venga "dalla città" e da un ambiente allo sbando ha i suoi principi - e cercherà di entrare in punta di piedi all'interno di quello strano mondo - esattamente come gli Amish e forse per questo alla fine sarà rispettato e benvoluto. Nomination all'Oscar meritatissima (Ford non ha mai vinto un Oscar, uno scandalo! In quel periodo era un attore veramente valido). Kelly McGillis è piuttosto - anche volutamente - scialba. Il bambino, Lukas Haas, ha la faccia giusta. Gli altri fanno la loro. 
Film meno banale di quanto si possa pensare, con qualche caduta qua e là ma con sottotesti interessanti e molte scene riuscite (l'inseguimento nel mulino ad esempio). Uno dei successi commerciali di quell'anno e la dimostrazione che si può fare dell'intrattenimento intelligente dalla parte del pubblico. 
Forse un po' sopravvalutato ma da vedere almeno per curiosità.


Voto: ***













Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













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