mercoledì 24 settembre 2014

Il braccio violento della legge n° 2 di John Frankenheimer, sequel dell'amatissimo primo capitolo, con Gene Hackman di nuovo nel ruolo di protagonista. Meno ispirato, con scene un po' fini a se stesse, è comunque un poliziesco di intrattenimento godibile

Oggi voglio parlare del sequel del film che ho recensito ieri. Ovviamente meno riuscito dell'originale, ha comunque delle scene forti e riuscite, grazie a un Gene Hackman ancora più bravo che nel primo capitolo.
Mi riferisco a Il braccio violento della legge n° 2 di John Frankenheimer.
Ecco la recensione:





Il braccio violento della legge n° 2 (The French Connection II) di John Frankenheimer del 1975. Con Gene Hackman, Fernando Rey, Bernard Fresson, Philippe Léotard. (114 min. ca.)
Jimmy 'Popeye' Doyle (Hackman) dopo il buco nell'acqua nella cattura di Alain Charnier (Rey), viene mandato a Marsiglia, patria del trafficante, per riuscire a catturarlo rimanendo però sempre sorvegliato e senza armi visti i precedenti. Infatti Henri Barthélémy (Fresson), l'ispettore del posto, tenta di smorzare la sua sete di "vendetta" senza riuscirci, dato Jimmy che verrà rapito proprio dagli uomini di Charnier e drogato per farlo parlare. Dopo varie vicissitudini riuscirà in qualche modo a collaborare attivamente. 
























Secondo capitolo della caccia gatto-topo fra Popeye e Charnier in terra francese - questa volta diretto da Frankenheimer - con tutta una serie di problematiche linguistiche e ambientamento per il protagonista.
L'inizio promette bene perché molto ritmato, la descrizione del luogo e dei "cattivi" fanno subito entrare nella vicenda lo spettatore, alcune trovate sono divertenti (il pesce d'aprile della droga dentro ai pesci veri). Poi la trama sembra arenarsi e girare in tondo focalizzandosi soltanto su Gene Hackman che ha la possibilità di mostrare tutta la sua bravura (è forse una delle sue migliori interpretazioni): da quando cerca di farsi capire dalla gente del posto e soprattutto quando viene reso dipendente dall'eroina, viene ritrovato dalla polizia, gli viene fatto il lavaggio del sangue e poi deve affrontare il lungo percorso di guarigione con crisi di astinenza. E' credibilissimo, sembra realmente sofferente. (Ma c'è un po' di prolissità). 
Successivamente la storia ha un altro momento di stasi che sembra non portare da nessuna parte per poi riprendersi nel finale con un'altra rincorsa (quasi tutta a piedi) e la chiusura brusca (come nel primo film più o meno). 
Quindi ci si trova di fronte ad un sequel sicuramente meno riuscito dell'originale, con meno velleità sociali (per non dire quasi nessuna) e più poliziesco d'intrattenimento puro e semplice. 
La sceneggiatura - come già detto - è molto meno ispirata, ci sono scene un po' troppo fini a se stesse ma la regia di Frankenheimer (che non è l'ultimo arrivato) ha qualche guizzo e regala anche qualche soggettiva sfuocata alla fine con Doyle che corre sul molo. Poi la direzione degli attori è ottima. Perciò anche se non è un capolavoro è comunque un film godibile, senza troppe pretese, senza aspettarsi grandissime cose come nel primo. 
Da vedere per curiosità. Consigliato.



Voto: **1/2







Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento