Mi sto riferendo a Questa ragazza è di tutti di Sydney Pollack.
Ecco la recensione:
Questa ragazza è di tutti (This Property Is Condemned) di
Sydney Pollack del 1966. Con Natalie Wood, Robert Redford, Charles
Bronson, Kate Reid, Mary Badham, Alan Baxter, Robert Blake. (110 min. ca.)
Nella
cittadina di Dodson (Memphis), durante la Grande Depressione, Alva
Starr (Wood) una ragazza facile - e bellissima - che va con tutti gli
uomini della zona e bazzica nella locanda di famiglia (disastrata)
gestita dall'opprimente madre Hazel (Reid) insieme alla sorella
minore Willie (Badham), si innamora sul serio di Owen (Redford) un
affascinante ispettore ferroviario arrivato lì per effettuare tagli
del personale. Dopo varie vicissitudini e litigi con la madre che la
vuole con lei e la sorella a Chicago mantenuta da un ricco di mezza
età, dapprima sposa per dispetto e da ubriaca proprio l'amante della madre
(che da sempre era infatuato di lei) e successivamente raggiunge Owen a New Orleans, la città dei suoi sogni. Le cose sembrano andare per
il meglio ma il destino e la cattiveria della madre sono in agguato.
Film pessimista, tragico e tristissimo tratto da un atto unico di
Tennessee Williams - sceneggiato anche Francis Ford Coppola -, è
sulla scia dei drammoni dell'epoca e simile per i temi trattati quali
sesso, genitori che si mettono contro l'unione dei figli,
ambientazione e protagonista femminile a Splendore nell'erba* di Elia Kazan.
Come quest'ultimo, usa un linguaggio e dei toni molto
avanti per l'epoca. I dialoghi sorprendono ("Quante volte l'hai
fatto?" chiede Willie ad Alva. Oppure: "Lui mi regala
gioielli e si prende cura di me" "E cos'ha in cambio?".
Per non parlare di termini forti adoperati senza problemi, scene di
sesso accennate, baci bollenti), così come destabilizza quel senso
di depravazione, perdizione e di miseria che vengono mostrati senza
nessuna (un attimo, parziale) censura.
Il ritratto dell'America del
Sud allo sbando per la crisi del '29 è lucido e puntuale ma anche in
questo caso universale di un tipo di condizione sociale - quella dei
perdenti - che fa rabbrividire.
Tutti gli attori sono perfetti:
Natalie Wood ancora una volta interpreta divinamente il ruolo di una
ragazza sognatrice che non riesce a ribellarsi fino in fondo
dall'oppressione di una madre tirannica della quale è succube. I
ruoli tormentati erano il suo forte e ci metteva tutta se stessa.
Robert Redford (allora pressoché sconosciuto) è perfetto nel ruolo
del bravo ragazzo che cerca di salvare quella giovane donna, cercando
di farla ragionare. Kate Reid è altrettanto in parte nei panni
dell'ambigua e opportunista madre. Altrettanto ambiguo è Charles
Bronson, un uomo viscido, senza vergogna. Mary Badham (la Scout de Il buio oltre la siepe) è strana (probabilmente era in quell'età in cui non si è né carne né pesce) in un ruolo altrettanto
triste: un personaggio il suo, destinato ad una brutta fine come
quello della sorella. Lo spettatore lo capisce fin dal principio.
Ben
girato, ben diretto, con bellissime riprese con il dolly e
inquadrature originali (i due protagonisti che si rivedono a New
Orleans davanti ad una fontana. Noi possiamo vedere soltanto le
sagome nell'acqua), è una pellicola molto dura e sicuramente
indimenticabile.
Certo, non è perfetta come il già citato film di
Kazan. Probabilmente Pollack doveva ancora affinare il suo stile ma
era sulla buona strada.
Nonostante l'impianto teatrale (per forza di
cose), la recitazione sopra le righe come effetto e i personaggi
stereotipati, è un film che convince, affascina, turba e perciò
centra l'obiettivo.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo. Cult
anche questo.
* Mia recensione
Voto: ***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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