lunedì 22 settembre 2014

Martha di Rainer Werner Fassbinder. Disamina di un rapporto di coppia possessivo e violento. Un film duro e angosciante con alcune scene indimenticabili. Bravissimi i protagonisti

Oggi voglio parlarvi di un film incredibile: inquietante e malato.
Mi riferisco a Martha di Rainer Werner Fassbinder.
Ecco la recensione:




 
Martha di Rainer Werner Fassbinder del 1974. Con Margit Carstensen, Karlheinz Böhm, Barbara Valentin, Ingrid Caven, Ortrud Beginnen, Wolfang Schenk, Peter Chatel, El Hedi Ben Salem, Kurt Raab, Rudolf Lenz. (116 min. ca.)
Martha (Carstensen), bibliotecaria tedesca, incontra per caso a Roma, dopo la morte improvvisa del padre, Helmut (Böhm), che successivamente la corteggerà in modo anomalo e che dopo poco tempo la sposerà anche contro il volere della madre di lei, alcolizzata e depressa. Fin dai primi giorni Helmut manifesta un comportamento particolare: freddo e distaccato quando Martha gli parla e passionale, animalesco e incontrollato quando vuole lui. Piano piano dimostrerà di essere possessivo, oppressivo e violento facendo diventare la moglie succube e sottomessa, obbligata a fare tutto ciò che desidera (anche le cose più assurde). Fino al tragico e rassegnato finale. 




















Interessante melodramma inquietante e claustrofobico narrato con uno stile asciutto in ambienti barocchi e un po' kitsch che fa una disamina dei rapporti di coppia, del masochismo e dell'idea dell'amore che non sempre corrisponde a quello reale. Martha infatti accetta tutte le imposizioni masochisticamente fino alla mancata ribellione finale e la certezza di dover rimanere per sempre con un uomo che la maltratterà sia psicologicamente che fisicamente. 
I due protagonisti sono perfetti: la Carstensen è una vera e propria maschera di terrore e impotenza, Karlheinz Böhm (famoso per aver interpretato Francesco Giuseppe, il marito dell'imperatrice Sissi nei tre film a lei dedicati) è ambiguo e ripugnante. Davvero in parte. 
Grottesco, teatrale e angosciante, è un film duro, sgradevole e dai tempi dilatati - e dalla sceneggiatura senza troppe sbavature - che però è molto coerente e lucido nella rappresentazione. Certe scene sono indimenticabili e perfino irritanti. 
Da vedere assolutamente. Consigliato. (Ricorda Peter Greenaway).


Voto: ***1/2







L'incontro:








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