mercoledì 17 settembre 2014

Basta che funzioni di Woody Allen, commedia ben realizzata ma un po' superficiale e poco autentica. Bravo il protagonista Larry David

Oggi voglio parlarvi di un film carino per carità, ma un po' superficiale e telefonato, non autentico.
Mi riferisco a Basta che funzioni di Woody Allen.
Ecco la recensione:





Basta che funzioni (Whatever Works) di Woody Allen del 2009. Con Larry David, Evan Rachel Wood, Patricia Clarkson, Henry Cavill, Ed Begley Jr., Conleth Hill, Michael McKean, Christopher Evan Welch, John Gallagher Jr., Jessica Hecht, Carolyn McCormick, Olek Krupa. (92 min. ca.)
Boris (David) è un ex fisico di mezza età newyorkese (candidato perfino al Premio Nobel) misantropo, maniaco ossessivo-compulsivo che aveva tentato il suicidio (lo lascerà zoppo) nonostante fosse sposato con una moglie bella e intelligente. Va ad abitare da solo in un appartamentino modestissimo e passa il tempo con gli amici al bar. Una sera si imbatte in Melodie St. Ann Celestine (Wood), una ventunenne sempliciotta e non molto intelligente che è scappata di casa (e soprattutto dalla madre bigotta del Sud degli States, interpretata dalla Clarkson). A quel punto, nonostante tutte le paranoie e i suoi modi bruschi, Boris si troverà costretto ad ospitarla. Piano piano le insegnerà moltissime cose e comincerà a capire di aver bisogno di lei, quand'ecco che la ragazza gli confessa di essersi innamorata. Si sposano e tutto sembra andare per il verso giusto finché, un anno dopo, la madre riesce a trovarla e cercherà di rovinare, riuscendoci, il loro rapporto. Le cose cambieranno non del tutto in negativo. 



 




















Un ritorno alla commedia più classica per Allen che fa impersonare a Larry David il suo doppio. Dialoghi effervescenti, arguti, intellettuali e veramente brillanti per un film che pecca proprio nella sceneggiatura. 
E' un film che si apre in maniera molto originale, con un monologo intelligentissimo con il protagonista che guarda in camera e si rivolge direttamente agli spettatori (espediente adoperato altre volte - in misura minore - da Allen. Ad esempio, in Io e Annie) e che prosegue senza troppi intoppi fino al punto in cui la madre di Melody cerca di trovarle un nuovo compagno. Lì inizia ad esserci un po' troppa superficialità e la situazione appare telefonatissima con Henry Cavill, il prescelto, senza un briciolo di carisma. Ed è proprio la faciloneria uno dei maggiori difetti. 
In tutta la pellicola si ricorre al termine "cliché" ed è proprio sugli stereotipi che cade. I personaggi sono modimensionali, non c'è un approfondimento reale, sono quasi delle macchiette. 
Nonostante la bravura di Larry David, si sente che la rigidità del copione non permette quel respiro consueto che solitamente hanno altri lavori sullo stesso genere del regista. Evan Rachel Wood è bravina ma non la si riesce ad amare totalmente. La Clarkson è in gamba anche se compare poco. Gli altri fanno la loro parte. 
Non tutto è da buttare - ci mancherebbe - e alcune scene sono appunto già diventate cult. L'altro monologo finale sempre rivolto in camera è altrettanto ben scritto e ben recitato ma non è sufficiente a farlo diventare un capolavoro nonostante le tematiche costanti del cinema alleniano con tutte le fobie, le paure, la ricerca del senso della vita. E' decisamente sopra la media, Allen non si smentisce quando le affronta, ma l'autocompiacimento, il citazionismo, il rifarsi il verso non è mai indice di altissima qualità. Probabilmente se il film fosse stato realizzato alla fine degli anni '70 come doveva andare (con Zero Mostel come protagonista o chi per lui) oggi parleremo di un vero capolavoro, continuando sulla scia degli altri suoi cult (anzi, addirittura poteva anticipare Io e Annie e Manhattan). Invece, non perché sia datato, ma quell'ingenuità e bizzarria - a volte anche surreale - sarebbero state più adatte ad un ambiente diverso, meno moderno, più disincantato, con attori più carismatici, con più carattere. Un po' anacronistico lo è. 
E il fatto che sia piaciuto molto universalmente anche a chi non piace Woody Allen la dice lunga. 
Per il resto, se lo si guarda con disimpegno è un film divertente, malinconico, perfino commovente in alcuni frangenti perché tocca le corde di ognuno di noi. 
Da vedere per curiosità. Consigliato. (Anche se potrebbe non sembrare).


Voto: **1/2/***







Il trailer:








 Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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