Vi voglio parlare di un film duro, insostenibile quasi, un vero pugno sullo stomaco. Racconta una vicenda successa realmente che, seppur romanzata, viene rappresentata qui in tutta la sua drammaticità.
Mi riferisco a Magdalene di Peter Mullan.
Ecco la recensione:
Magdalene (The Magdalene Sisters) di Peter Mullan del
2002. Con Anne-Marie Duff, Nora Jane Noone, Dorothy Duffy, Eileen
Walsh, Geraldine McEwan, Daniel Costello, Mary Murray. (119 min. ca.)
Nell'Irlanda
degli anni '60, si intrecciano le storie di alcune ragazze ospiti
loro malgrado nel convento Magadalene (una delle Case Magdalene) nei
quali venivano mandate per espiare i propri peccati (poteva essere
l'aver avuto un figlio fuori dal matrimonio perciò essere ragazze
madri - i cui bambini venivano venduti e dati in adozione –
l'essere state stuprate, oppure anche solo essere delle ragazze un
po' troppo ammiccanti con i coetanei maschi) e diventare delle
lavandaie (ovviamente non stipendiate) quasi fino alla fine dei loro
giorni. Controllate dalla perfida Suor Bridget (McEwan) - che si
prendeva la briga di malmenarle, frustarle, tagliare loro i capelli
come punizione e sfregio, dovevano sottostare a soprusi di ogni tipo
che arrivavano perfino ad abusi sessuali da parte dei preti che ci
lavoravano.
Film di denuncia agghiacciante per il tema trattato, duro
(quasi horror in alcuni momenti per la violenza non tanto fisica
quanto psicologica), difficile da digerire, molto realistico in
alcune parti e romanzato (ovviamente) in altri, sconvolge ed
emoziona. Dal ritmo sempre teso, ben girato e suggestivo nel
raccontare con attenzione ai particolari le situazioni e lo squallore
del luogo.
Ambienti suggestivi, la fotografia un po' sporca dai
colori prevalentemente azzurri e marroni rende bene. Bellissime le
interpretazioni di tutte le ragazze (alcune riusciranno a uscire o a
scappare e a farsi una vita: Margaret, Bernadette, Rose. Altre
faranno una fine brutta: Harriett e Una) e della McEwan, credibilissima.
Unici difetti: il finale
troppo sbrigativo e forse i personaggi stereotipati.
Qualcuno
potrebbe anche ritenere il regista troppo di parte del mettersi
contro la Chiesa e le istituzioni cattoliche, ma gli va riconosciuto
un coraggio non indifferente. Poi si è ispirato al documentario Sex
in a cold climate di Steve Humphries quindi non si è inventato
niente (non solo: ci sono documenti, foto, persone sopravvissute a
tali ingiustizie a provare la veridicità dei fatti). Terrificante.
Leone D'Oro a Venezia meritatissimo.
Sullo stesso argomento, trattato
con altri toni (e focalizzato su una storia più personale) è da
vedere Philomena* di Stephen Frears.
Comunque, consigliatissimo. (Da guardare se si è in vena).
Comunque, consigliatissimo. (Da guardare se si è in vena).
*Mia recensione
Voto: ***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
(Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)
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