Mi riferisco a La strada di Federico Fellini.
Ecco la recensione:
La strada di Federico Fellini del
1954. Con Giulietta Masina, Anthony Quinn, Richard Basehart, Aldo
Silvani. (108 min. ca.)
Gelsomina (Masina), una poveretta ingenua e stramba che fa
parte di una famiglia numerosa, viene presa sotto "protezione"
da Zampanò (Quinn), un rozzo saltimbanco, quando sua sorella e
assistente muore. Con i suoi bruschi modi le insegnerà a suonare la
tromba. Ma nel continuo spostarsi incontreranno "Il Matto"
(Basehart), un acrobata nemico già a suo tempo di Zampanò.
Gelsomina ci farà amicizia, ma ad un certo punto Zampanò lo uccide
(senza volerlo, in effetti) in un attacco d'ira per l'ennesimo -
bonario - sfottò. Gelsomina, così turbata da quell'episodio,
rimarrà sotto shock e Zampanò, in un momento favorevole,
l'abbandona. Dopo qualche tempo egli sentirà per la strada una donna
che canta il motivetto che suonava sempre con la tromba (che le aveva
insegnato "Il Matto") e scopre che Gelsomina è morta da
molti anni, malata e ormai fuori di sé.
A quel punto Zampanò in preda ai sensi di colpa e al dispiacere per aver perso l'unica persona alla quale forse voleva bene e che gli voleva bene nonostante fosse trattata male, si abbandona ad un pianto inconsolabile in spiaggia di notte, dopo aver bevuto.
A quel punto Zampanò in preda ai sensi di colpa e al dispiacere per aver perso l'unica persona alla quale forse voleva bene e che gli voleva bene nonostante fosse trattata male, si abbandona ad un pianto inconsolabile in spiaggia di notte, dopo aver bevuto.
Film
tristissimo, poetico, malinconico, deprimente (ma con un riscatto finale), che mostra la
miseria di questi poveri cristi che non sanno stare al mondo, che
hanno bisogno di protezione e di amore ma che respingono qualsiasi
persona offra a loro queste cose.
Personaggi memorabili e che più in
parte di così non si può. La Masina è dolcissima, tenera: le si
vuole bene dal momento in cui compare in scena, il suo sguardo
disincantato e la sua sensibilità sono l'anima della storia; Quinn è
perfetto nel ruolo di bifolco rude, Basehart azzeccato nel ruolo de "Il
Matto" (di nome, ma non troppo di fatto. Una persona che viveva con il sorriso).
Pellicola
straordinaria che ha dei momenti di forza narrativa ed emozionale
anche senza far molto (la morte de "Il Matto" e la
disperazione di Gelsomina fanno malissimo anche allo spettatore).
Commuove sinceramente.
Musica indimenticabile di Nino
Rota.
Un film cult e capolavoro ricco di suggestioni (vincitore del Premio Oscar come
Miglior Film Straniero, meritatissimo) da vedere necessariamente.
Voto: ****1/2
Il trailer:
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