mercoledì 14 maggio 2014

Il mistero dell'acqua, film minore della regista Kathryn Bigelow, nel quale - nuovamente - le onde la fanno da padrone. Con un sempre in parte Sean Penn

Oggi vi voglio parlare di un film minore della regista Kathryn Bigelow, famosa per il cult Point Break o il pluripremiato The Hurt Locker.
Mi riferisco a Il mistero dell'acqua. Carino, ben realizzato anche (sappiamo che la Bigelow è tecnicamente ineccepibile), ma un po' sottotono.
Ecco la recensione:




Il mistero dell'acqua (The Weight of Water) di Kathryn Bigelow del 2001. Con Sean Penn, Elizabeth Hurley, Catherine McCormack, Sarah Polley, Josh Lucas, Ciarán Hinds, Ulrich Thomsen, Katrin Cartlidge, Vinessa Shaw. (113 min. ca.)
Nel 1873 nell'isola di Smuttynose, un uomo (Hinds) viene accusato di duplice omicidio di due cognate. Negli anni 2000 Jean, una fotografa, va lì con Thomas, suo marito scrittore di successo alcolizzato (Penn) e dal passato torbido, facendo il viaggio in barca a vela con il fratello di lui (Lucas) e la sua bellissima nuova fidanzata Adaline (Hurley). Gli sguardi del marito e gli ammiccamenti di Adaline fanno nascere in lei una gelosia mista alla paura di venir tradita e di perdere Thomas. Inoltre, l'aver scartabellato nuove prove archiviate del caso di omicidio fanno sì che si senta totalmente terrorizzata dall'imprevedibilità umana. 










Interessante nel parallellismo delle due storie, esaltate dal montaggio alternato, ha proprio nell'uso di questi flashback più degli elementi "immaginifici" uno dei difetti più evidenti: la macchinosità è dietro l'angolo. Inoltre, la storia contemporanea dei quattro con possibile tradimento è finta, telefonata, per quanto la regista sia stata brava a portare avanti la trama in maniera lucida e per niente confusa. Il soffermarsi sulle occhiate, sul non detto, sulle continue reazioni sui volti dei protagonisti è perfetto e crea quell'ambiguità che effettivamente cattura. La Bigelow poi è davvero bravissima a dirigere gli attori: sa cosa vuole da loro. 
Tuttavia, è una pellicola che non convince fino in fondo risultando spesso didascalica, con qualche elemento messo lì per attirare l'attenzione: l'incesto tra fratello e sorella, la "perversione" di Maren (Polley). Che sia un film che gioca sugli elementi della natura e sulla solitudine è un dato di fatto (e la Bigelow - scusate il gioco di parole - ci sguazza che è un piacere da anni, fin da Point Break. Anche qui le onde decidono la sorte dei protagonisti), ma appare tutto troppo pretestuoso nonostante le qualità.
Gli attori sono bravi: su tutti, neanche a dirlo, Sean Penn. Alla Hurley non serve far tanto (e quello che fa è già troppo). La musica ossessiva crea suggestione e suspence. 
Da vedere per curiosità.


Voto: **1/2
















Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?








(Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)  

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