Mi riferisco a The Founder di John Lee Hancock.
Ecco la recensione:
The Founder di John Lee Hancock
del 2016. Con Michael Keaton, Nick Offerman, John Carroll Lynch,
Linda Cardellini, Patrick Wilson, B. J. Novak, Laura Dern, Justin
Randell Brooke. (115 min. ca.)
Anni '50. Illinois. Ray Kroc (Keaton), un
rappresentante di elettrodomestici, va in California e fa la
conoscenza di Dick e Mac McDonald, due fratelli che hanno aperto un
fast food innovativo e dalla produzione/vendita velocissime. A quel
punto farà di tutto per riuscire a mettere le mani su quel progetto
familiare - praticamente locale - e trasformarlo in franchising con sedi
ovunque. "Inventerà" il McDonald's che tutti noi
conosciamo.
"C'erano una volta due fratelli volonterosi e
modesti che vivevano felici nel loro territorio. Un giorno arrivò il
lupo cattivo e se li mangiò in un sol boccone...".
La storia
vera della nascita dell'impero McDonald's, storia che ha avuto un
impatto sulla società non soltanto americana, una biografia
raccontata quasi come se fosse una favola, un sogno ad occhi aperti.
E non è un caso che il regista sia John Lee Hancock che aveva
diretto l'altrettanto sognante Saving Mr. Banks*.
Il personaggio
di Kroc viene presentato come un uomo ambizioso e tenace che piano
piano diventerà sempre più arrivista e sbruffone, mettendosi contro
i veri (e poco lungimiranti) artefici del tutto.
Una pellicola dinamica, con una bella fotografia, una buona costruzione dell'ambiente e un montaggio efficace.
Il cast è perfetto con un Michael Keaton istrionico.
Una pellicola dinamica, con una bella fotografia, una buona costruzione dell'ambiente e un montaggio efficace.
Il cast è perfetto con un Michael Keaton istrionico.
La sensazione tuttavia è quella di un
prodotto ben realizzato sì, ma finto, edulcorato, leccato e un po'
furbetto che dà “un colpo al cerchio e un colpo alla botte”,
come si suol dire (come il suo predecessore Saving Mr. Banks
per l'appunto).
In alcuni momenti pare quasi macchiettistico (anche
lo stesso protagonista e la recitazione di Keaton è sopra le righe),
da fumetto, non mordendo così tanto come avrebbe potuto fare.
D'altronde era inevitabile: mica si può smontare del tutto un
“mito”di quel calibro, pena varie e spiacevoli conseguenze,
forse. E in effetti anche l'uso di questi toni permette di essere al
di sopra delle parti senza mai affondare i denti, pur raccontando con
brio la vicenda.
Rimane in ogni caso un film interessante e sfizioso,
molto leggero e coinvolgente, dal ritmo sempre costante (con la
colonna sonora un po' invadente e onnipresente di Carter Burwell).
Da
vedere per curiosità (anche perché la storia in sé, soprattutto
per noi italiani, è praticamente sconosciuta). Consigliato.
*Mia recensione
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