Mi riferisco a Lion - La strada verso casa di Garth Davis.
Eccola recensione:
Lion - La strada verso casa (Lion) di
Garth Davis del 2016. Con Dev Patel, Rooney Mara, Nicole Kidman,
David Wenham, Sunny Pawar, Abhishek Bharate, Priyanka Bose. (129 min. ca.)
Saroo
(Pawar), un bambino indiano, alla metà degli anni '80, si perde
nella stazione (stava aspettando il fratello che lavorava di notte) e
prende un treno diretto a Calcutta. Non riesce più a ritornare
indietro né a dare indicazioni, così più tardi verrà adottato da
una coppia di australiani. Dopo venticinque anni, decide di ritrovare
sua madre e questo suo fratello, aiutandosi con Google Earth e avendo
l'appoggio della fidanzata Lucy (Mara).
Basato su una storia
realmente accaduta (il personaggio di Lucy è invece creato
appositamente per romanzare la vicenda) e sull'autobiografia La
lunga strada per tornare a casa del vero Saroo Brierley, è
un dramma ben realizzato, con una prima parte - una specie di
introduzione lunga quaranta minuti circa - tutta in hindi (con i
sottotitoli) e un protagonista, il piccolo Sunny Pawar, eccezionale e
tenerissimo.
La seconda parte, meno "documentaristica" e
più melodrammatica, preme un po' troppo l'acceleratore sulla lacrima
facile. Anzi, tutto sembra studiato a tavolino per questo scopo.
Il
finale poi, continua a sferrare colpi bassi plateali.
Il cast è
molto in gamba però. Oltre Sunny, anche Dev Patel, che ormai si
distingue in queste pellicole dall'alto tasso glicemico ambientate in
India o comunque in salsa esotica, è effettivamente perfetto nel
ruolo del protagonista da grande. Rooney Mara è come sempre
ineccepibile: lascia trasparire tutta l'empatia anche solo da uno
sguardo. Interpretando una brava ragazza timida e sfuggente in
pratica rifà se stessa. Nessuno sforzo ma va bene così. Tra lei e Patel c'è una chimica fortissima, palpabile. Nicole
Kidman regala davvero un bel monologo verso la fine del film ed è
sempre dentro al ruolo (prevedibilmente, dato che aveva adottato lei
stessa due bambini quando era sposata con Tom Cruise). Peccato che
nelle prime scene in cui compare, i suoi "problemi" col
botulino siano un po' troppo evidenti. Bravi anche tutti gli altri.
Un film tutto sommato piacevole, dagli ambienti meravigliosi, con una
bella colonna sonora, dai convincenti parallelismi - creati col montaggio - tra passato e presente, ma evidentemente "acchiappa-Oscar" per i motivi
di cui sopra, per la trama in sé. La storia vera non si discute, ci mancherebbe.
Da
vedere (meglio in lingua originale, ovviamente, soprattutto per i
vari passaggi in cui Saroo pronuncia qualche parola in inglese
sbagliando) per curiosità. Consigliato.
Voto: *** (Sono troppo buona anch'io, forse)
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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Che fosse un po' strappalacrime me l'aspettavo, v'erano tutte le premesse del film un po' paraculo, però la prima parte è piaciuta molto anche a me.
RispondiEliminaLa seconda l'ho trovata davvero mal sceneggiata: dialoghi un po' così (io son morta dal ridere su la madre che a 12 anni c'ha avuto una visione d'un bambino scuro di pelle, quindi la sua vocazione nella vita era adottare loro due), tutto un po' frettoloso e troppo distaccato dalla prima parte di film.
Nonostante tutto ciò, nel momento in cui appaiono le immagini dell'incontro reale, è abbastanza impossibile non commuoversi :D
Tutto sommato lo salvo anche io, però poteva essere molto di più con un po' di paraculaggine in meno.
Ho dei problemi a lasciare un commento, magari te l'ho postato otto volte :D
kjkj