Mi riferisco a Manchester By The Sea di Kenneth Lonergan.
Ecco la recensione:
Manchester By The Sea di Kenneth
Lonergan del 2016. Con Casey Affleck, Michelle Williams, Kyle
Chandler, Lucas Hedges, Gretchen Mol, Tate Donovan, Kara Hayward,
Matthew Broderick, Heather Burns, Erica McDermott. (135 min. ca.)
Lee Chandler
(Affleck) è un idraulico tuttofare. Dovrà ritornare nella sua città
natale, Machester-by-the-Sea, nel Massachusetts, per la morte di suo
fratello Joe (Chandler). Scoprirà di essere diventato il tutore di
suo nipote Patrick (Hedges). Ma lui stesso deve ancora superare un
trauma e una colpa che si porta sulle spalle.
Film drammatico dalla
trama semplice ma efficace.
Interessante lo stile della costruzione
narrativa, molto frammentata (con improvvisi flashback).
Lonergan, sceneggiatore di Terapia e pallottole, Un boss sotto stress, ma anche Gangs of New York, dimostra di trovarsi a suo agio anche con la regia.
Lonergan, sceneggiatore di Terapia e pallottole, Un boss sotto stress, ma anche Gangs of New York, dimostra di trovarsi a suo agio anche con la regia.
Una regia mai invadente, molto pulita, funzionale e rigorosa
per raccontare il rimorso di un padre e la redenzione di uno zio
nella persona di Lee Chandler.
La freddezza che si percepisce fin
dall'inizio e che potrebbe far irrigidire, è coerente con l'ambiente
glaciale e "sperduto".
Il cast è molto in parte. Casey
Affleck (che probabilmente vincerà l'Oscar come Miglior
Attore) non è mai stato così bravo nel ruolo di una persona
mite e devastata da un dolore più grande di lui. Bravissimo anche
Lucas Hedges ma un po' anonimo (nomination anche per lui). Michelle
Williams, anche lei nominata come Miglior Attrice Non
protagonista, appare sì e no per cinque minuti, ma la sua
performance è incisiva e la scena nella sua semplicità è realmente
toccante, emotivamente straziante. Gradito (ma breve) ritorno di
Matthew Broderick.
Interessante anche l'uso della colonna sonora che
in alcuni casi sovrasta le immagini e i dialoghi con un effetto
straniante e particolare (soprattutto per quanto riguarda l'Adagio in
sol minore di Albinoni utilizzato nella scena clou).
Delicato, pacato
ma intenso (talvolta anche crudo per situazioni e dialoghi taglienti
eppure così realistici), struggente ma al contempo misurato,
equilibrato. E di una tristezza devastante che penetra nelle ossa e
non lascia lo spettatore neanche dopo ore dalla visione. I tempi
dilatati e riflessivi accentuano questa percezione al limite del
depressivo.
Il finale aperto ma che lascia intravedere qualche
speranza è comunque malinconico, di una tenerezza mai urlata.
Lutto, morte, famiglia, c'è tutto.
Un
film con dignità: come quella dei personaggi. Così normali,
"perdenti", sfortunati e soli, ma veri. Nonostante la
scelta di utilizzo dei brani di cui sopra possa mettere in guardia
sulla furbizia dell'opera, non lo è. O almeno, sembra realmente
sentita.
Da vedere (quando si è dell'umore, per carità).
Consigliato.
(Sei nomination all'Oscar, tra cui, oltre a quelle
menzionate, anche quelle per Miglior Film e Miglior
Sceneggiatura Originale).
*Mia recensione
Voto: ***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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hai preso una p nel titolo.
RispondiEliminaintanto mi sono segnato il film :)
Uh, grazie mille! ;)
RispondiEliminaSì, ecco, questo è un film inaspettatamente bello!