sabato 28 gennaio 2017

ANTEPRIMA #Oscar2017 #AcademyAwards2017 - Barriere (Fences) di Denzel Washington, dramma dall'impianto teatrale convincente e dinamico nella prima parte, sottotono e urlato nella seconda. Ne fanno le spese anche i protagonisti (lo stesso Denzel Washington e Viola Davis, la quale comunque vincerà senza problemi l'ambita statuetta)

Oggi vi voglio parlare di un'ennesima anteprima. Un film tratto da un'opera teatrale diretto da un attore e regista molto apprezzato e vincitore di due premi Oscar.
Mi riferisco a Barriere (Fences) di Denzel Washington.
Ecco la recensione:





Barriere (Fances) di Denzel Washington del 2016. Con Denzel Washington, Viola Davis, Mykelti Williamson, Saniyya Sidney, Russell Hornsby, Stephen Henderson, Jovan Adepo, Toussaint Raphael Abessolo. (138 min. ca.)
Pittsburgh, anni '50. Troy Maxson (Washington) è un padre di famiglia con un passato tormentato da esperienze negative quali il carcere e una carriera di baseball stroncata. La moglie Rose (Davis) gli sta sempre accanto nonostante tutti i problemi con il figlio Cory (Adepo) e con il fratello Gabe (Williamson), che è rimasto menomato durante la guerra. L'equilibrio però finirà per spezzarsi... 









Adattamento cinematografico dell'opera teatrale omonima del 1983 di August Wilson (che figura come sceneggiatore principale), vincitrice del Premio Pulitzer per la drammaturgia. 
Di impianto teatrale, la prima parte è tutta ambientata soltanto tra casa e cortile ed è anche la più solida, più piacevole, con dialoghi velocissimi, serrati che parlano di distanze generazionali e di mentalità. 
I movimenti di macchina riescono a raggirare intelligentemente il rischio di una certa staticità. 
La seconda parte, che si sposta invece anche fuori dal piccolo territorio dei Maxson, paradossalmente, è anche quella meno convincente. 
Non solo per la regia in sé, quanto per la sceneggiatura meno incisiva, per i dialoghi più scarni, per le situazioni finte, tirate via. 
Il cast è composto totalmente da attori di colore (unica concessione la foto di Kennedy incorniciata e appesa vicino a quella di Martin Luther King), bravissimi per altro. Denzel Washington stupisce. Molto istrionico, carismatico, almeno inizialmente. Viola Davis è altrettanto espressiva e veramente convincente, sempre all'inizio. E anche gli altri sono in gamba. 
Purtroppo però, i difetti di cui sopra e i toni un po' più drammatici e struggenti rendono troppo sopra le righe anche la recitazione: troppo urlata, decisamente stucchevole. 
Il finale è altrettanto ad effetto senza però essere credibile. La prolissità e il poco ritmo sono altri due problemi che si fanno sentire. 
Un film che è un mezzo passo falso. Sicuramente da non nominare come Miglior Film e neanche come Miglior Sceneggiatura Non Originale (a teatro avrà funzionato bene, ma in questa versione no. Sarà probabilmente anche colpa di Washington regista. Rimane il fatto che qualcosa stride) all'Oscar. 
La candidatura per Denzel Washington e Viola Davis (che sicuramente vincerà la statuetta) sono meritate fino ad un certo punto. Un vero peccato. 
Da vedere per curiosità (e in lingua originale, dato che l'accento è spiccatissimo e si perderebbe quel fascino). Consigliato a metà e in vista degli Oscar, per l'appunto. 


Voto: **1/2







Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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