Mi riferisco a Heaven di Tom Tykwer.
Ecco la recensione [ATTENZIONE, immagini SPOILER]:
Heaven di Tom Tykwer del
2002. Con Cate Blanchett, Giovanni Ribisi, Mattia Sbragia, Remo
Girone, Alberto Di Stasio, Stefania Rocca, Alessandro Sperduti,
Giovanni Vettorazzo, Gianfranco Barra, Vincent Riotta, Max Giusti.
(97 min. ca.)
Torino Philippa Paccard (Blanchett) è un'insegnante di inglese che, decisa a
vendicarsi della morte per overdose di suo marito, decide di mettere
una bomba nell'ufficio dello spacciatore (che ha una grande azienda).
Il caso vuole che la bomba venga spostata e a rimanere uccise sono
quattro persone (tra cui due bambine). Viene subito presa, arrestata
e interrogata. La donna, emotivamente sconvolta, verrà aiutata dal
timido sottotenente Filippo (che le fa anche da traduttore),
innamorato istantaneamente di lei. Riusciranno a scappare, ma i
Carabinieri gli staranno alle calcagna.
Pellicola commistione di
generi (drammatico, poliziesco, fantastico e sentimentale) con
sceneggiatura di Kieslowski (doveva essere parte di una trilogia:
"Heaven", "Hell" e "Purgatory", ma
purtroppo è morto prima di completare il progetto) e Piesiewicz, e
varie produzioni tra cui Minghella e Pollack. L'inizio è
promettente: teso e soprattutto ben recitato da una Blanchett che
dice anche qualche frase in italiano.
Tuttavia, man mano che passano i minuti
la trama diventa sempre più inconsistente e inverosimile, con i due
che la fanno franca, sfuggono da tutto e da tutti senza essere mai
presi nonostante agiscano praticamente alla luce del sole.
Insomma,
Tom Tykwer non riesce a creare quel clima onirico, quasi staccato
dalla realtà, eppure così crudo e brutale che era uno dei tratti
tipici del cinema del grande regista polacco (ci riesce in parte solo
in un'unica - davvero efficace e suggestiva - scena d'amore dei due
amanti al tramonto, su una collina del Montepulciano, con una ripresa
in lontananza, con i due corpi che sembrano figure minuscole e
ombre).
Il finale vorrebbe essere altrettanto poetico ma rasenta il
ridicolo (come è quasi grottesca la scena della festa di matrimonio
- con canti e balli che ti raccomando - davanti alla chiesa. Ma
quando mai? Telefonatissima e gratuita la scena di sesso nel
camioncino del lattaio - è lui a farlo insieme ad una negoziante, di
nascosto. Perché poi? - usato dai due per scappare).
Il punto debole
perciò è proprio la regia però ha il pregio di saper dirigere
piuttosto bene anche i nostri attori italiani oltre che i due
protagonisti.
Come accennato, Cate Blanchett è sempre molto brava e
qui si mette alla prova in più livelli: parlare - poco, è vero - in
un'altra lingua, mostrarsi in una veste sciatta e addirittura rasarsi
i capelli a zero in diretta). Però è il tono generale che non
convince e anche lei ad un certo punto pare disorientata (non
soltanto perché lo è il suo personaggio). Giovanni Ribisi bravo
(parla anche lui in italiano, con un accento piuttosto pesante),
intenso, ma anche lui ha sempre la stessa espressione imbambolata.
Inoltre poi il loro amore nasce dal nulla, quasi non ricambiato da
lei che trova soltanto un appiglio e che non sembra mai davvero
convinta. Poco convincente anche questo aspetto.
Un film anomalo,
riuscito male (e che bella descrizione delle nostre Forze
dell'Ordine: dei beoti, insomma!), indeciso su quale strada prendere,
poco curato. Davvero pessimo. Belli invece i paesaggi e i vari
ambienti.
Da vedere solo per curiosità. Consigliato a metà.
Voto: **
La scena migliore:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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