Mi riferisco a La sera della prima di John Cassavetes.
Ecco la recensione:
La sera della prima (Opening Night) di John
Cassavetes del 1977. Con Gena Rowlands, John Cassavetes, Ben Gazzara,
Joan Blondell, Paul Stewart, Zohra Lampert, Peter Falk, Peter
Bogdanovich. (100 min. ca.)
Myrtle Gordon (Rowlands) è un'attrice prima di cinema
ed ora di teatro, sulla cinquantina, che rimane sconvolta per la
morte - sotto i suoi occhi - di un'ammiratrice investita da un'auto.
Ciò influenzerà anche la messa in scena della commedia visto che
Myrtle non sarà più in sè e metterà in piazza tutte le sue
frustrazioni da persona che sta inesorabilmente invecchiando.
Grande
film metateatrale o metacinematografico (o per meglio definirlo, di
finzione dentro la finzione).
È il dramma di una donna che non
accetta l'età che avanza e l'evento a cui assiste la fa scoppiare.
Tutto ruota intorno ad una Gena Rowlands più in forma che mai (i
ruoli da svitata lunatica e sbronza le riescono con una naturalezza
disarmante). Un'interpretazione eccezionale, una vera forza della
natura.
Dal canto suo, Cassavetes ha scritto e messo in piedi
qualcosa di impeccabile, anche se sempre molto sperimentale. Qui c'è
qualcosa di Bergman e di un certo cinema francese. È molto europeo,
molto fuori dai canoni anche nella costruzione degli eventi, seppur in apparenza possa sembrare più
accessibile ad un grande pubblico. E in effetti la relazione
"ammiratrice - diva" e della "vecchiaia sulle scene"
sono temi trattati spesso, prima e dopo questa stessa pellicola (addirittura il recente e pluripremiato Birdman* li affronta e a pensarci ha parecchie similitudini),
eppure la creatività, il guizzo geniale del regista si sente, il suo
sguardo dietro la macchina da presa non molla mai, anche soltanto per
come scruta i personaggi con quei primissimi piani sui volti.
Poi lui
come attore è convincente e con la moglie forma un duo meraviglioso.
Quando Myrtle nel finale mette in scena se stessa - ubriaca fradicia
- facendo finta di improvvisare, lui le regge la parte e sembrano
davvero agire lì per lì senza copione. Eppure lo spettatore sa che
non è così. Stessa cosa nelle prove e comunque in ogni momento.
Brillante, davvero notevole. Gigantesco anche Ben Gazzara, un attore
sempre molto carismatico, che qui interpreta il ruolo del regista che
cerca di assecondare accondiscentemente i capricci (anzi, i deliri)
della protagonista. Bravissima anche Joan Blondell, l'autrice della
commedia che regge poco le paturnie di Myrtle.
Quasi nei titoli di
coda troviamo due camei di Peter Falk e Peter Bogdanovich (che con Rumori fuori scena* farà un po' il verso a quest'opera in
un certo senso, in modo comico), tutti e due amici di Cassavetes e
facenti parte della stessa combriccola di artisti di un certo cinema d'autore
(ebbene sì, anche Falk).
Film forse un po' spocchioso e qualche
volta irritante (per i toni sopra le righe) ma che ben rappresenta i vizi e le paranoie (nonché
una certa solitudine) degli attori e di chi sta loro attorno.
Da
vedere (i cinefili lo amano, giustamente). Consigliatissimo.
*Mie recensioni
Voto: ***1/2/****
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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