Mi riferisco a Satantango di Béla Tarr.
Ecco la brevissima recensione:
Satantango (Sátántangó) di Béla Tarr del 1994.
(435 min. ca.)
In una zona rurale desolata ungherese, la vita di una comunità con il “capo”
Irimiás che sta per tornare dopo una sparizione di due anni.
Film lento, dai tempi dilatati, della
durata di quasi sette ore.
Caratterizzato da piani sequenza e da
camera ferma che si fa testimone dei fatti che accadono.
Scene quasi
nonsense, alcune crudissime (come la tortura del gatto – dichiarata
“finta” dal regista ma ripresa senza tagli e montaggio per
quindici minuti circa - da parte di una bambina) e altre stranianti e
pedanti (il ballo). Molte le figure affascinati:il professore
ubriacone da respiro pesante ad esempio.
In bianco e nero, è un film
geniale nel suo stile e ostico da seguire.
Un cult per cinefili
stoici.
Da vedere assolutamente (quando si ha tempo e voglia,
ovviamente). Consigliatissimo.
Voto: ****
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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