giovedì 22 gennaio 2015

L'illusionista di Sylvain Chomet, film d'animazione intelligente e malinconico da una sceneggiatura di Jacques Tati con un inedito Monsieur Hulot. Un gioiellino

Oggi vi voglio parlare di un film di animazione particolare (non proprio per bambini), tenero e poetico.
Mi riferisco a L'illusionista di Sylvain Chomet.
Ecco la recensione:




 L'illusionista (L'Illusionniste) di Sylvain Chomet del 2010. (76 min. ca.)
1959, Francia. Un anziano e malfermo illusionista si dà ancora da fare per guadagnarsi da vivere. Nei suoi vari giri per l'Europa in cerca di fortuna si ferma in Scozia dove ha un buon successo e dove conoscerà una ragazzina che fa le pulizie all'interno del pub in cui si è esibito. La poveretta, affascinata dai trucchi illusionistici, crede che l'uomo sia davvero un mago. Lo segue fino ad Edimburgo e lui cerca in tutti i modi di accontentarla comprandole scarpe, vestiti, cibo. Per mantenerla si metterà a fare - con scarsi risultati - anche il carrozziere di notte. Ma il tempo passa e la ragazza trova un compagno e lo lascia solo. Così, a malincuore (anche la ragazza però soffre per questa decisione) ritornerà in Francia. 




























Da una sceneggiatura di Jacques Tati (che voleva farne un film con la figlia. E poi quest'ultima contattò Chomet affascinata da Appuntamento a Belleville per il volere di trarne un film d'animazione ed anche per non avere un attore in carne ed ossa come sostituto del padre), è una pellicola d'animazione con disegni bellissimi, atmosfere e ambienti retrò/vintage (con musiche a tema composte dal regista stesso) ed uno stile leggero, tenero e delicato. La fotografia colpisce molto così come l'uso delle luci (ebbene sì). 
Il protagonista è un Monsieur Hulot perfetto (forse un po' rigidino). Si vede un piccolissimo frammento di Mon Oncle quando l'illusionista/Hulot entra per sbaglio in un cinema. 
Il risultato è un film intelligente, malinconico e triste (ed anche una riflessione sulla solitudine - il clown depresso è l'esempio lampante -, il voler essere utili a qualcuno e sul cambiamento dei divertimenti e delle forme artistiche) ma coinvolgente e piacevole che probabilmente manca di quel brio che avrebbe avuto l'opera di Tati in carne ed ossa. (Anche qui personaggi sono quasi muti e parlano in una specie di grammelot).
Comunque da vedere assolutamente. Consigliato.


Voto: ***/***1/2







Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

2 commenti:

  1. Esatto, ha tutte le tematiche che hai elencato ma anche, e forse è quella che fa più male, della sconfitta, del "fallimento", dell'accorgersi che non si è più nessuno.
    Un comico che non fa più ridere, come Luci delle ribalta, un mago che non sa più strabiliare.
    I Maghi non esistono scrive alla fine, amara presa di consapevolezza di sè e di quello che si è stati.
    Bellissimo

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  2. Hai proprio ragione. È un film che fa riflettere.
    Grazie per il bellissimo commento!

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