Mi riferisco a Il caso Spotlight di Tom McCarthy.
Ecco la recensione:
Il caso Spotlight (Spotlight) di Tom McCarthy
del 2015. Con Mark Ruffalo, Michael Keaton, Rachel McAdams, Liev
Schreiber, John Slattery, Stanley Tucci, Billy Crudup, Len Cariou,
Jamey Sheridan, Brian d'Arcy James, Paul Guilfoyle. (128 min. ca.)
Nel 2001, poco
prima dell'11 settembre la squadra di giornalisti "spotlight"
(che lavora su notizie scottanti) del Boston Globe fa venire a galla
una scomoda e terribile verità: più di settanta preti del posto
hanno abusato sessualmente di minori. Le indagini porteranno a
scoprire che si tratta di una cosa estesa non solo territorialmente -
con a capo l'Arcivescovo Bernard Francis Law (Cariou)-, ma mondiale e
che sono coinvolte anche le più alte cariche ecclesiastiche che,
insieme ad avvocati, hanno insabbiato documenti, coprendo moltissimi
casi.
Pellicola che tratta una vicenda realmente accaduta (l'indagine
ha vinto il Premio Pulitzer).
Sul genere giornalismo d'inchiesta, ricorda
immediatamente (e in positivo) Tutti gli uomini del presidente
di Pakula per lo stile asciutto, un po' romanzato ma senza fronzoli.
Contano più il contenuto e le atmosfere che non il lato prettamente
estetico. La fotografia ha colori freddi (che ben si integrano con la
serietà dei temi trattati), è tutto molto inquadrato, la regia del
sempre validissimo Tom McCarthy è di polso, va al dunque e il
montaggio aiuta a creare quel pathos e quel ritmo che una trama
complicata con tanti nomi e tante informazioni avrebbe potuto far
perdere per strada.
Inoltre, c'è un bel connubio proprio tra il
montaggio e la colonna sonora di Howard Shore: non prevarica sulle
immagini ma enfatizza alcuni momenti cruciali. Gli attori sono tutti
in parte, ma è un film corale, perciò forse i premi singoli - nello
specifico Mark Ruffalo e Rachel McAdams, in nomination per l'Oscar,
anche se come Non Protagonisti - sarebbero un po' azzardati. La
complicità è palpabile, c'è l'impegno nel voler raccontare
qualcosa di importante.
Un film notevole, coraggioso, realistico, in
alcune parti agghiacciante (senza morbosità), che, nonostante
l'argomento non cerca la lacrima facile, non fa commuovere con colpi
bassi, ma anzi indignare. E che soprattutto è meno semplice da
mettere in scena di quanto potrebbe sembrare poiché c'era tanta
carne al fuoco, c'erano tante tracce da seguire, tante verità da
sviscerare, eppure McCarthy anche come sceneggiatore ha saputo far
mantenere l'equilibrio alla sua opera, facendola diventare mano a
mano sempre più appassionante. Intrattenimento e denuncia.
Da vedere
assolutamente. Consigliatissimo. (Stiamo in attesa e vediamo quanti
Premi Oscar vincerà su sei nomination tra cui Miglior Film).
Voto: ***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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