giovedì 14 gennaio 2016

Hungry Hearts di Saverio Costanzo, dramma dell'attaccamento di una madre vegana nei confronti del figlio neonato in un delirio allucinato. In parte i due protagonisti Alba Rohrwacher e Adam Driver (premiati con la Coppa Volpi a Venezia)

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film italiano bello tosto, di un autore valido che ha tanto da dare.
Mi riferisco ad Hungry Hearts di Saverio Costanzo.
Ecco la recensione:





Hungry Hearts di Saverio Costanzo del 2014. Con Alba Rohrwacher, Adam Driver, Roberta Maxwell, Jake Weber, Natalie Gold, Victoria Cartagena, David Aaron Baker, Ginger Kearns, Jason Selvig, Victor Williams. (109 min. ca.)
New York. Mina (Rohrwacher) e Jude (Driver) si conoscono in una bizzarra occasione, si innamorano, si sposano e hanno un figlio. Mina comincia a nutrire un attaccamento morboso nei confronti di ques'ultimo (causato da una sua stessa infanzia infelice, da rapporti familiari spezzati) e a diventare ossessiva con la pulizia e il cibo di origine animale (gli dà da mangiare solo verdure coltivate in una serra sul terrazzo, ecc...), convinta - da una previsione di una veggente prima della nascita del piccolo - che il bambino sia speciale, indaco. Non fornendo le giuste proteine e vitamine, il bambino non cresce bene e rischia la vita. Jude allora cerca di proteggere e tuteleare anche legalmente suo figlio iniziando una battaglia con la moglie che porterà ad un epilogo straziante. 










Dramma strisciante dalle tinte quasi horror, tratto dal romanzo di Marco Franzoso Il bambino indaco, che riesce a coinvolgere totalmente lo spettatore, trascinandolo nel delirio di questa madre invasata e in un vortice che non si riesce a fermare.
Gli attori sono bravi. Alba Rohrwacher ha la faccia giusta, si fa detestare. Adam Driver è forse più maturo e più naturale nel rappresentare un giovane uomo in bilico tra l'amore per sua moglie e quello per suo figlio in pericolo. (La Coppa Volpi l'ha meritata più lui, forse). 
Saverio Costanzo, come ne La solitudine dei numeri primi*, mette in scena il disagio della protagonista con immagini distorte, inquadrature grandangolari che rendono bene il senso ma che forse sono un'arma a doppio taglio poiché troppo esplicite, schiaffate lì, quando invece uno sguardo, una musica di un certo tipo e altri espedienti sarebbero riusciti a creare lo stesso effetto di straniamento. L'irrealtà, l'allucinazione, il sogno, sono parti integranti del cinema di Costanzo, un visionario che sconvolge e inquieta. Il senso di impotenza che vive il pubblico è lo stesso che prova Jude. 
Un film diretto con polso e scritto molto bene che fa riflettere, ma soprattutto arrabbiare. Sicuramente non fa rimanere indifferenti. 
Ottima la colonna sonora di Nicola Piovani. 
Imperfetto ma notevole. 
Da vedere assolutamente (in lingua originale. Il doppiaggio è uno scempio. Inascoltabile sul serio). Consigliatissimo. (Preparate il Maalox). 


*Mia recensione
Voto: ***1/2





Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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