martedì 25 agosto 2015

The Blind Side di John Lee Hancock, commedia drammatica/sportiva e biografia sul campione di football Michael Oher e la famiglia Tuohy che l'ha "adottato" dandogli la possibilità di riscattarsi. Buonista, furbo, acchiappa Oscar ma ben realizzato. Sandra Bullock carismatica

Oggi vi voglio parlare di un film di pochi anni fa. Un film sportivo/biografico che ha avuto molto successo al botteghino anche per via dell'attrice protagonista, vincitrice dell'Oscar.
Mi riferisco a The Blind Side di John Lee Hancock.
Ecco la recensione:





The Blind Side di John Lee Hancock del 2009. Sandra Bullock, Quinton Aaron, Tim McGraw, Jae Head, Kathy Bates, Lily Collins, Ray McKinnon, Kim Dickens, Adriane Lenox, Sharon Morris, Andy Stahl. (128 min. ca.)
Michael Oher detto "Big Mike" (Aaron), è un ragazzone di colore praticamente orfano e vive in un quartiere malfamato. Grazie ad un amico riesce ad essere ammesso alla scuola cattolica nonostante i suoi pessimi voti e il presunto QI basso. Una sera, mentre girovaga da solo per la strada, viene notato dalla ricca Leigh Anne Tuohy (Bullock), i cui figli frequentano lo stesso compesso scolastico. Lo ospiterà a casa sua malgrado le malelingue, lo aiuterà con gli studi e a diventare un campione di football. Lei e il marito diventeranno anche suoi tutori legali. Eppure c'è qualcuno che pensa ci sia un secondo fine. 





























Tratta dal libro di Michael Williams The Blind Side: Evolution of a Game che racconta la vera storia di Michael Oher, giocatore dei Baltimore Ravens, è una commedia drammatica/sportiva e biografica. Rappresenta un certo mondo, quello repubblicano e ne prende ahimè anche i difetti. 
L'ideologia, quel manierismo, ma, a dirla tutta, anche quel buonismo, quell'american way of life, che rende il tutto stucchevole e un po' finto. 
La prima parte è la migliore, quando cioè, inizia il rapporto fra la famiglia Tuohy e il protagonista (e a quanto pare è tutto vero). 
Finché rimane sulla commedia drammatica - che comunque sa di già visto ma è scritta e narrata bene - è piacevole, divertente e coinvolgente. Ma quando prende la direzione della commedia sportiva spicciola, ecco che diventa tutto troppo stereotipato, troppo leggerino e anche le battute e le varie situazioni non fanno più ridere come dovrebbero (ad un certo punto il bambino SJ, Jae Head, diventa irritante). 
Il cast però è ottimo. Ovviamente su tutti la protagonista Sandra Bullock: ogni scena importante è incentrata su di lei, sulla sua - vera o presunta - simpatia, sulle sue espressioni. Un ruolo tagliato su misura per lei e che gridava già l'Oscar prima che venisse nominata. Non stupisce abbia vinto un sacco di premi. Ed in effetti, a dire il vero, è riuscita a caratterizzare bene un personaggio che sulla carta, a parte qualche battuta, poteva essere scialbo. Ha carisma, c'è poco da fare. E ha quell'istinto materno, il piglio giusto. Interpretazione convincente (ma sopravvalutata). Quinton Aaron si impegna e si vede. Kim Dickens è un bravo caratterista e nel ruolo di coach è convincente. Tim McGraw (autore anche della canzone che si sente nei titoli di coda) è insipido nella parte del marito, ma va bene così, per la struttura e l'obiettivo del film: nulla doveva distrarre dalla Bullock. Kathy Bates nella parte della tutor Miss Sue è in gamba - non è una novità - ma fa poco. 
La regia è abile, la sceneggiatura buona ma retorica. 
Un film semplice, godibile (mette davvero il buonumore) ma furbo (tante le trovate strappalacrime e i colpi bassi. Ben gestiti però dall'ironia del personaggio della Bullock) e anche questo, sì, sopravvalutato. Musiche un po' anonime di Carter Burwell. 
Comunque da vedere (in lingua originale, cambia moltissimo). Consigliato.


Voto: *** (Sono buona anch'io)




(Il vero Michael Oher e la sua nuova famiglia)




Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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