domenica 2 agosto 2015

Figli di un Dio minore di Randa Haines, film drammatico/sentimentale che affronta un tema delicato e si addentra in un mondo particolare con sensibilità. Eppure la prevedibilità e l'essere ricattatorio, rovina il risultato finale. Bravi i due protagonisti

Oggi vi voglio di parlare di un film di parecchi anni fa. Un film un po' troppo buonista e fatto apposta per compiacere il pubblico.
Mi riferisco a Figli di un Dio minore di Randa Haines.
Ecco la recensione:





Figli di un Dio minore (Children of a Lesser God) di Randa Haines del 1986. Con Marlee Matlin, William Hurt, Piper Laurie, Philip Bosco. (119 min. ca.)
Nel New England, in un istituto per non udenti, arriva James Leeds (Hurt), insegnante dai metodi moderni e innovativi. Rimane subito colpito e si invaghisce di Sarah (Matlin), donna delle pulizie praticamente cresciuta lì dentro dall'età di cinque anni. L'attrazione e sentimenti sono ricambiati (dopo qualche scontro iniziale) ma James vorrebbe quasi costringerla a provare a usare la parola, cosa per lei impossibile dati i trascorsi durante l'adolescenza. Impareranno ad accettarsi totalmente. 





























Tratto dall'opera teatrale omonima di Mark Medoff, è una pellicola drammatica/sentimentale e "acchiappa Oscar". 
Prevedibile, ricattatoria, studiata a tavolino per creare certe emozioni, con colpi bassi, scene romantiche ed erotiche all'acqua di rose, con la morale spicciola ed espilicita del riuscire ad accettare l'altro e le sue diversità anche nella logica di coppia, ha però dei momenti felici e di insospettabile sensibilità e dolcezza. 
Il merito va sicuramente ai due protagonisti. Marlee Matlin è carismatica e fantastica: il suo impegno è palpabile, così come la sua naturale bravura. L'Oscar come Migliore Attrice (a soli 21 anni) era doveroso. William Hurt è altrettanto in parte, con quei modi sbruffoni e con quel suo fascino irresistibile. Bravissima anche Piper Laurie. 
Abilmente scritto e diretto in modo intelligente, riesce a non essere pesante e a raggirare i problemi di comprensione facendo tradurre ai partner di scena della Matlin la lingua dei segni in parole. 
La banalità e l'happy end scontato e quell'aura di buonismo fanno perdere punti ad un film che comunque ha una sua importanza sociale per l'argomento trattato ed è normalissimo abbia avuto tanto successo. 
Riuscito in parte. 
Da vedere comunque. Consigliato. (Hurt e la Matlin erano compagni anche nella vita reale).


Voto: **1/2/***






Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













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