sabato 2 maggio 2015

Diritto di cronaca di Sydney Pollack, film drammatico di intrattenimento sul mondo del giornalismo. Con la coppia un po' improbabile Newman-Field. Poco ispirato

Oggi vi voglio parlare di un film di parecchi anni fa. Un film drammatico di intrattenimento che parla dell'etica giornalistica diretto da un grande regista, qui un po' sottotono.
Mi riferisco a Diritto di cronaca di Sydney Pollack.
Ecco la recensione:





Diritto di cronaca (Absence of Malice) di Sydney Pollack del 1981. Con Paul Newman, Sally Field, Bob Balaban, Melinda Dillon, Luther Adler, Barry Primus, Josef Sommer, Wilford Brimley. (116 min. ca.)
Michael Gallager (Newman) è un onesto lavoratore figlio di un mafioso. Dopo l'uccisione di un sindacalista, il procuratore distrettuale Rosen (Balaban), lascia trapelare alla giornalista Megan Carter (Field) che proprio lui sia in qualche modo coinvolto. La giornalista scatenerà un putiferio prima con lo scoop in prima pagina e successivamente con l'intervista riparatrice - quasi forzata - all'amica d'infanzia di Michael, Teresa Perrone (Dillon), la quale si suiciderà. Il coinvolgimento sentimentale tra Megan e Michael poi sarà burrascoso quanto di aiuto per l'uomo stesso che per ripicca e per onore riuscirà a portare a galla la verità sbugiardando tutti. 

















Film drammatico che offre un punto di vista diverso sul mondo del giornalismo, della mafia e degli affari pubblici. 
Purtroppo però la trama è un po' scontata e condotta con poco ritmo dallo stesso Pollack che verso la metà piazza sempre la storia d'amore come perno. Sì, funziona e coinvolge lo spettatore ma oggi come oggi risulta un artifizio fine a se stesso, poco sorprendente e il modo in cui viene orchestrata qui risulta non indispensabile. Si poteva benissimo trovare un altro espediente. 
Sul resto niente da dire. Pollack sa come girare, sa dare importanza ai dettagli e alcune inquadrature e zoomate sono visivamente impeccabili. 
Paul Newman è come sempre in parte ma qui è un po' sottotono (nonostante una scena, quella del porto, molto intensa), Sally Field in gamba ma non del tutto credibile forse. Melinda Dillon brava ma la candidatura all'Oscar per due scene in croce è esagerata. Balaban come sempre convincente (e qui detestabile). 
Tutto sommato un film piacevole senza picchi, non è la solita pellicola di spionaggio o impegnata tipica degli anni '70 e probabilmente è la dimostrazione che l'epoca d'oro per quel genere stava tramontando. 
Da vedere per curiosità (per il regista e gli attori soprattutto).


Voto: **1/2









Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?














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