lunedì 18 maggio 2015

Cosmopolis di David Cronenberg, film visionario, allucinato e straniante. Progetto ambizioso, sperimentale - ed anche rischioso avendo scelto come protagonista l'idolo delle ragazzine Robert Pattinson -, è un'opera di non facile fruizione ma affascinante

Oggi vi voglio parlare di un film recente diretto da un grande regista. Progetto ambizioso e non per tutti i palati, è una vera e propria sperimentazione.
Mi riferisco a Cosmopolis di David Cronenberg.
Ecco la recensione:





Cosmopolis di David Cronenberg del 2012. Con Robert Pattinson, Samantha Morton, Jay Baruchel, Paul Giamatti, Kevin Durand, Juliette Binoche, Sarah Gadon, Mathieu Amalric. (105 min. ca.)
Manhattan. Eric Packer (Pattinson) è un giovane milionario dell'alta finanza. Bloccato nel traffico in una limousine attrezzata con ogni genere di confort per andare dal suo barbiere di fiducia a causa della visita in città del Presidente degli Stati Uniti prima e per il funerale di un famoso rapper, troverà il modo e il tempo per confrontarsi con un uomo ossessionato dalla sua (di Eric) ricchezza e che per questo motivo vuole ucciderlo. 






















Tratto dal romanzo omonimo di Don De Lillo, è un film straniante, allucinato e dai dialoghi apparentemente nonsense, arzigogolati e declamati con palese finzione. 
Girato praticamente al buio della vettura o in una New York notturna e desolata, riesce a rendere bene l'idea della società contemporanea che va avanti solo per il Dio denaro anche se alla fin fine tra Eic e il suo squattrinato assassino non c'è poi tanta differenza. 
Cronenberg è il solito genio visionario. Qui rischia due volte affidando la parte a Robert Pattinson, l'inespressivo - ed odioso - idolo delle ragazzine per la saga Twilight, che qui ha un suo perché e regge il gioco (seppur anche qui non abbia tanta mobilità facciale). Inoltre si mette in discussione pure lui. Bravissimo come sempre Giamatti. Cameo inconsueto per Juliette Binoche che per pochi minuti porta un po' di carisma. 
Tuttavia qualcosa sfugge dalle mani al regista o probabilmente il suo progetto è troppo ambizioso e per essere adattato per il grande schermo. 
Ecco che si creano dei filtri e una distanza tra l'opera e il pubblico che probabilmente talvolta si troverà spiazzato e non riuscirà a provare empatia per i personaggi. Ma è possibile che sia anche un limite dello stesso spettatore. 
Insomma, questo è un Cronenberg che osa più del solito e realizza un film di non facile fruizione. Comunque è da vedere. Consigliato.


Voto: ***







Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento