lunedì 19 maggio 2014

Monografie - CULT da recuperare: Il monello di Chaplin, film dolce e commovente su un padre adottivo vagabondo

Ultimo dei tre appuntamenti con la "monografia" su Charlie Chaplin.
Oggi vi voglio parlare de Il monello, film famosissimo ed entrato nell'immaginario e nella storia del cinema (come gli altri lavori del regista/attore).
Ecco la recensione:




Il monello (The Kid) di Charlie Chaplin del 1921. Con Charlie Chaplin, Jackie Coogan, Edna Purviance, Henry Bergman. (68 o 51 min. ca.)
Primo lungometraggio (e ovviamente muto) di Chaplin, racconta la storia di un vagabondo (sempre Chaplin) che trova per caso in un angolo della strada un bambino abbandonato da una donna indigente (Purviance) ma tanto buona. Lo crescerà senza alcun problema fino ai cinque anni (John, il bimbo viene interpretato da Coogan). Il "monello" a quel punto gli comincerà a causare problemi per la vivacità e, dato che con Charlot un guaio ne attira altri tremila, dopo una breve malattia del piccolo, il dottore decide di farlo chiudere in un orfanotrofio. Nel frattempo la madre però è diventata un'attrice di successo (ha anche conosciuto John per caso), lo reclama e una volta saputo che suo figlio è stato portato in centrale di polizia strappatolo dal padre adottivo per avere la ricompensa si precipita. Però a quel punto capisce che il bambino non può stare senza il padre, così Charlot viene richiamato dal guardiano (Bergman) e giunge fino alla casa di lei che le apre la porta con John che gli corre incontro. A quel punto entra anche lui in casa. 












Film dolce e geniale nella sua semplicità con alcune trovate narrative (e visive) simpatiche o emozionanti. Non c'è niente da fare, i bambini fanno sempre tenerezza e vedere questo papà adottivo che farebbe di tutto per il proprio bambino commuove. 
Chaplin è come al solito fantastico con la sua mimica. Un plauso va però a Coogan, bravo ed espressivo come pochi. Sfido chiunque a non lacrimare durante la scena di lui sulla camionetta dell'orfanotrofio mentre chiama il padre implorando l'istitutore. 
Anche qui il lieto fine troppo repentino e poco credibile, ma decisamente doveroso.
La regia poi, nonostante gli anni, è curatissima. Alcuni momenti sono da incorniciare.
Capolavoro da vedere e rivedere. Cult.


Voto: ****1/2















Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?









(Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)   

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