martedì 13 giugno 2017

La vita possibile di Ivano De Matteo, la storia di una madre e un figlio che devono iniziare una nuova esistenza lontani da casa, lontani dalla violenza domestica. Un film intenso, toccante, mai ricattatorio e con due attrici azzeccate (spicca Valeria Golino)

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film italiano di un regista/autore sempre molto interessante. Qui dirige due brave attrici in una storia particolarmente delicata.
Mi riferisco a La vita possibile di Ivano De Matteo.
Ecco la recensione:





La vita possibile di Ivano De Matteo del 2016. Con Margherita Buy, Valeria Golino, Andrea Pittorino, Caterina Shulha, Bruno Todeschini, Eugenio Gradabosco, Stefano Dall'Accio, Dario Delpero. (100 min. ca.)
Anna (Buy) scappa di casa col figlio Valerio (Pittorino), dopo l'ennesima violenza da parte del marito e da Roma si trasferisce a Torino dall'amica, attrice di teatro, Carla (Golino). Lì cercherà - arrancando - di iniziare una nuova esistenza. 















Film drammatico coinvolgente e toccante. 
Come sempre De Matteo mette in scena la realtà, uno spaccato di normalità senza retorica, in una Torino ben sfruttata. 
La violenza domestica è un pretesto per raccontare la solidarietà femminile, il rapporto madre-figlio in una situazione estrema e del coraggio che bisogna necessariamente avere in questi casi per riprendere le redini della propria vita, della propria dignità di persone. 
Interessante la figura del ragazzino il quale, quando è arrabbiato, sa chiedere scusa a differenza del padre. Anzi, le donne le tratta con rispetto e cerca quasi di proteggerle (emblematica la sua relazione con la prostituta Larissa, Shulha). Ma è anche un incontro di solitudini: la prostituta di cui sopra, ma anche di Mathieu (Todeschini), il barista, che con Valerio e Anna stringe una bella amicizia. E anche Carla aiutando Anna e Valerio viene temporaneamente salvata dalla solitudine.
Il cast è azzeccato. Margherita Buy, perennemente triste, in questo caso ha messo da parte la sua consueta nevrastenia a favore della pacatezza, di una dolcezza sentita e un'intensità mai sopra le righe. Molto credibile nel ruolo di madre. Valeria Golino stupisce sempre di più di pellicola in pellicola: espressiva, convincente, spontanea e addirittura buffa, simpatica. Andrea Pittorino alterna momenti buonissimi ad altri mediocri: si vede che è alle prime armi. Bravissimo ed espressivo Bruno Todeschini. 
Un film di grande sensibilità e avvincente, con qualche elemento di ingenuità (Valerio che corre via dopo aver visto l'amica in macchina con un cliente), di stucchevolezza e di incompletezza/sospensione di incredulità (il marito di Anna non si fa più sentire, se non una volta tramite lettera). 
In ogni caso non sorpassa mai il limite del facile sentimentalismo né dello strappalacrime, due punti decisamente a suo favore. 
Non il miglior lavoro del regista, forse - il quale comunque rimane un grande autore e uno dei talenti del cinema italiano contemporaneo - ma un buon compromesso tra realismo e pessimismo, con un finale aperto alla speranza (che gli altri non avevano). 
Da vedere per riflettere. Consigliato. 


Voto: ***




 Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













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