venerdì 1 luglio 2016

Marty, vita di un timido di Delbert Mann, dramma sentimentale dolorosissimo, struggente e tenero con un protagonista perfetto quale Ernest Borgnine (vincitore dell'Oscar). Un ritratto della società lucido e dissacrante. Gioiellino

Oggi vi voglio parlare di un film di molti anni fa. Un film drammatico/sentimentale scritto, diretto ed interpretato benissimo. Non il classico film d'amore, ma con tanti contenuti al suo interno.
Mi riferisco a Marty, vita di un timido di Delbert Mann.
Ecco la recensione:





Marty, vita di un timido (Marty) di Delbert Mann del 1955. Con Ernest Borgnine, Betsy Blair, Esther Minciotti, Augusta Ciolli, Joe Mantell, Karen Steele, Jerry Paris, Frank Sutton. (91 min. ca.)
New York, 1950 circa. Marty Piletti (Borgnine) è un macellaio italoamericano di trentaquattro anni. Ancora scapolo, viene continuamente pressato dalle clienti e dalla madre affinché si sistemi. Solitario, goffo, robusto e non attraente, Marty esce di tanto in tanto solo con qualche amico (ad esempio con Angie, Mantell). Un giorno, per far contenta la madre (Minciotti), si forza ad andare in una frequentatissima sala da ballo e lì conosce l'altrettanto timida, non bellissima ma intelligente (e laureata, insegnante) Clara (Blair), ventinovenne. Insieme si trovano benissimo, eppure Marty si farà prendere dai sensi di colpa perché tutti i suoi amici chiamano Clara "racchia" e addirittura la madre - quando capirà che il figlio forse vorrà andar via di casa o addirittura venderla - si dichiarerà contraria alla loro frequentazione. 








Film drammatico/sentimentale - vincitore di quattro Oscar tra cui quello per il Miglior Film e Miglior Attore Protagonista e la Palma d'Oro a Cannes - che ben racconta la visione ristretta della società americana (ma soprattutto italoamericana) dell'epoca, nella quale contava solo sposarsi e farsi una famiglia. Una società maschilista, sessista, basata sulle chiacchiere, sull'apparenza. C'è una sfacciataggine che indispone nell'etichettare le persone, nel suddividerle in due categorie: "brutti" e "belli". Squallido e desolante. 
Inoltre fa un quadro piuttosto spietato sull'emancipazione di coppia, sui figli mammoni e sulle madri oppressive che stanno sempre col fiato sul collo e li tengono al guinzaglio. Dall'altro lato è anche una pellicola che parla di solitudine nella "vecchiaia" (allora si usava questo termine anche parlando di cinquantenni), ma altresì di solitudine in generale. 
Sia Marty che Clara (ma anche gli amici di lui lo sono, oltre che apatici e annoiati) sono introversi ed aspettano che qualcuno cambi loro la vita. C'è molta verità nel loro primo incontro, valido ancora oggi soprattutto se lo spettatore - sfortunatamente - si identifica nell'uno o nell'altra. Il cast è fantastico. Ernest Borgnine è credibile nel ruolo di un impacciato ragazzone comune. Espressività e tanta sensibilità. Oscar meritatissimo. Betsy Blair è altrettanto in parte (ed anche coraggiosa, dato che viene presa in giro, maltrattata. Deve aver avuto una grande autostima e molta autoironia per non finire fagocitata dal suo stesso personaggio). Bravissimi anche Esther Minciotti con quell'accento marcato e Joe Mantell, convincente nel ruolo dell'amicone che appena si sente messo da parte da Marty lo giudica e sminuisce l'interesse che lui ha per Clara. Ma tutti gli attori sono bravi. 
C'è da dire che tutti i personaggi (tranne forse i due protagonisti. Ma anche Marty ha delle debolezze che in verità non gli fanno onore) sono odiosi perché pieni di sè, arrabbiati col mondo. Caratterizzati benissimo (la sceneggiatura - vincitrice di un altro Premio Oscar - è perfetta, senza sbavature. Semplice, lineare, ma con dei sottotesti complessi, per niente banali). 
La regia è solida: Mann sa cosa dire e come dirlo. 
Un film che nonostante il lieto fine (un po' tirato via) rimane comunque poco consolatorio per quello sguardo così poco indulgente sulla natura degli esseri umani. 
Malinconico, duro, irritante, tristissimo, con qualche lampo di tenerezza qua e là. Coinvolge, crea empatia, fa riflettere. Un gioiellino, un'inconsueta storia d'amore.
Da vedere assolutamente (in lingua originale. In italiano, quella cadenza forzata che hanno dato a Marty è particolarmente sgradevole). Consigliatissimo. (Tra l'altro, si parlava già di come i supermercati stavano uccidendo l'esercizio commerciale dei piccoli negozianti. Lungimirante). 


Voto: ***1/2/****






Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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