domenica 3 luglio 2016

CULT - Paris, Texas di Wim Wenders, dramma on the road malinconico e inquieto, tenero e mai strappalacrime. Con un cast perfetto. Un gioiello

Oggi vi voglio parlare di un film di parecchi anni fa. Un film suggestivo di un grande autore e regista, con degli attori in parte.
Mi riferisco a Paris, Texas di Wim Wenders.
Ecco la recensione [ATTENZIONE, immagini e testo SPOILER]:





Paris, Texas di Wim Wenders del 1984. Con Harry Dean Stanton, Nastassja Kinski, Dean Stockwell, Aurore Clément, Hunter Carson, Bernhard Wicki. (147 min. ca.)
Travis (Stanton) sviene dopo aver camminato chissà quanto nel deserto tra gli Stati Uniti e il Messico. Viene contattato il fratello Walt (Stockwell), anche se i due non si vedono da quattro anni e addirittura quest'ultimo ha praticamente adottato Hunter (Carson) di quasi otto anni, dato che anche la compagna Jane (Kinski) è scomparsa. Walt lo porterà a casa sua a Los Angeles dopo un viaggio estenuante in auto, ma Travis, dopo aver preso un po' di confidenza con Hunter, decide di ripartire per Houston dopo aver ricevuto un'indicazione da Anne (Clément), la moglie di Walt, sperando di ritrovare Jane. 

































Dramma on the road scritto da Sam Shephard (sì, l'attore, insieme a L.M. Kit Carson, il padre del ragazzino che interpreta Hunter). 
Dai tempi dilatati e riflessivi, ma dal ritmo costante e teso, è un viaggio di riconciliazione molto misterioso: lo spettatore non conoscerà le motivazioni che hanno fatto compiere a Walt - e a Jane - quelle decisioni e quelle azioni così estreme se non alla fine. 
E ovviamente viene trattato il tema dei rapporti: tra fratelli, quello riscoperto tra Walt e suo figlio, il rapporto protettivo tra i nuovi genitori-zii e Hunter. Ma anche quello tra il protagonista e la latitante Jane. Il tutto senza patetismi, colpi bassi o scene strappalacrime. Semmai tenere. 
Fotografia brillante e un po' "allucinata" che crea atmosfera, ambientazioni desolate ma al contempo vissute. 
Un cast perfetto: Harry Dean Stanton (uno degli attori feticcio di David Lynch, così pure Dean Stockwell) è un protagonista impeccabile, perché dalla fisicità un po' sfuggente, con quel viso malinconico e sempre un po' emaciato, scavato. La sua interpretazione è toccante ed incisiva. Ottima la giovane Nastassja Kinski: spontaea, misurata. Il già menzionato Dean Stockwell e Aurore Clément sono delle buone spalle e Hunter Carson è interpreta un ragazzino lontano dagli stereotipi melensi di certe pellicole con naturalezza e semplicità. 
Molte le scene da ricordare: Travis che va a prendere il figlio a scuola vestito di tutto punto da "padre ricco" per non farlo vergognare (bensì ridere). Travis e Jane che parlano divisi dal vetro delle cabine del peep show. Madre e figlio che si riconoscono e senza dire una parola si abbracciano (tra l'altro indossano tutti e due praticamente la stessa maglia verde scuro. Grande scelta di impatto visivo ed emotivo). 
Un film solido (nonostante le aggiunte di sceneggiatura), dallo stile asciutto, eppure coinvolgente. Con quella punta di nostalgia e di inquietudine (i personaggi non sono i tipici eroi e non hanno la famigliola felice) che rimane anche a visione conclusa. (Suggestiva la colonna sonora di Ry Cooder). Una perla, un vero cult. 
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo. 


Voto: ****






Il trailer:






Voi l'avete vista? Cosa ne pensate?












Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento