venerdì 8 luglio 2016

Il sapore della ciliegia di Abbas Kiarostami, film drammatico molto asciutto, essenziale, con una bella morale di fondo non gridata. I tempi sono dilatati, ma la vicenda è coinvolgente. Vincitore della Palma d'Oro a Cannes

Oggi vi voglio parlare di un film di un po' di anni fa. Un film considerato il capolavoro di un regista scomparso qualche giorno fa.
Mi riferisco a Il sapore della ciliegia di Abbas Kiarostami.
Ecco la recensione:





Il sapore della ciliegia (Ta'm-e gīlās) di Abbas Kiarostami del 1997. Con Homayon Ershadi, Abdolrahman Bagheri, Afshin Khorshid Bakhtiari, Safar Ali Moradi, Mir Hossein Noori. (95 min. ca.)
Teheran. Badii (Ershadi), si aggira con la sua auto per le colline della periferia chiedendo alle prime persone che incontra - specie se bisognose - se possono accettare un lavoro. Questo lavoro consisterebbe nel controllare, l'indomani, che lui sia morto dentro una fossa vicino ad un dato albero e nel caso, ricoprirlo di terra e prendersi i soldi per il "disturbo". Sembra però che nessuno voglia accettare, tranne un uomo, Bagheri (Bagheri), ornitologo del museo di storia naturale, che in passato aveva cercato di suicidarsi ma poi ha cambiato idea guardando il buono delle cose. Cambierà idea anche Badii? 






Dramma molto asciutto, essenziale, dai dialoghi piuttosto pedanti. 
La regia ha dei lampi di genialità soprattutto nel finale metacinematografico, criptico e aperto, che lascia sorpreso lo spettatore (anche perché brusco) mettendolo di fronte all'eterno dilemma della realtà contro la finzione. 
Dai tempi dilatati, molto riflessivi, con un protagonista in parte, dallo sguardo spento, alla ricerca di un appiglio. 
Un film particolare per tipo di narrazione, con un montaggio creativo, un ritmo che va in crescendo, un ottimo sfruttamento dell'ambientazione. Coinvolgente, sicuramente memorabile. 
Vincitore della Palma d'Oro a Cannes. 
Da vedere. Consigliato. 


Voto: ***1/2









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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