venerdì 20 febbraio 2015

Boyhood di Richard Linklater, film che segue la crescita del suo protagonista (e della sua famiglia) dall'infanzia all'età adulta. Girato in quasi dodici anni, è un progetto ambizioso (non privo di furbizia e di un po' di pedanteria) già diventato cult

Oggi vi voglio parlare di un film che  ha avuto e sta avendo un grandissimo successo di pubblico e di critica ed è nominato a ben sei premi Oscar.
Mi riferisco a Boyhood di Richard Linklater.
Ecco la recensione:




 
Boyhood di Richard Linklater del 2014. Con Ellar Coltrane, Ethan Hawke, Patricia Arquette, Lorelei Linklater, Tamara Jolaine, Nick Krause, Jordan Howard, Evie Thompson, Sam Dillon, Marco Perella, Brad Hawkins, Jenni Tooley, Zoe Graham. (165 min. ca.)
Il passaggio dall'infanzia all'adolescenza fino all'età adulta di Mason Evans (Coltrane), figlio dei giovani Mason Evans Sr. (Hawke) e Olivia (Arquette) e fratello minore di Samantha (Linklater). Dovrà affrontare il divorzio dei suoi, i matrimoni falliti della madre con degli uomini violenti e dediti all'alcol, traslochi e tutti i problemi dei vari passaggi d'età. 

























Interessante progetto iniziato nel 2002 e conclusosi nel 2013 circa, girato a frammenti, costruendo una storia intorno al protagonista e alla sua famiglia, utilizzando sempre - il bello è proprio questo - gli stessi attori che cambiano come i loro personaggi.
L'effetto è spiazzante poiché, anche se tutto è creato a tavolino, pieno di stereotipi (non così lontani dalla realtà, dato che fanno parte comunque della vita), è romanzato da sembrare quasi un film per teenager per i contenuti, bisogna ammettere che scorre con naturalezza e spontaneità (l'aver sempre gli stessi attori è, come detto, la cosa riuscita di questo esperimento) sia per quanto riguarda la narrazione che per la recitazione, dunque. 
Ellar Coltrane e la figlia di Linklater, Lorelei, ovviamente crescono a vista d'occhio e per lo spettatore è straordinario trovarsi di fronte ad una vera e propria testimonianza (quasi come se stesse guardando un documentario) e sono molto bravi. Ovviamente crescendo forse perdono un po' quella spontaneità iniziale, sono più attenti a come parlano (soprattutto la ragazza), ma ciò non disturba. Lo stesso vale più o meno per lo straordinario Ethan Hawke (attore feticcio di Linklater) e la brava - ma forse monocorde - Patricia Arquette. 
La pellicola tuttavia non è esente da difetti. Se i cliché erano inevitabili, la pedanteria di alcuni discorsi sul crescere, responsabilizzarsi e quell'effetto nostalgia misto al patriottismo molto americani, ad un certo punto diventano quasi insopportabili. Certo, sono argomenti che ogni adolescente e giovane deve sorbirsi, ma sentirli ripetere cento volte perché la trama è semplice e scarna e si basa sui dialoghi (come tutti i film del regista), snerva. 
Tuttavia, realizzando un'opera così particolare, il rischio era già in conto e alla fin fine non ci sono molte cadute, bisogna dargliene atto. Come bisogna anche ammettere che se lo scopo era di raccontare lo scorrere della vita di una famiglia americana di ceto medio, con tutte le vicissitudini e le crisi (neanche tanto ostentate a dire il vero) del protagonista nella sua normalità, vi è riuscito totalmente. Se non ci si aspetta una ricchezza di contenuti ma ci si lascia trasportare e coinvolgere, anche la durata non sarà un problema ma anzi, dispiacerà al suo termine (salvo rimanere con l'amaro in bocca - ma plausibile e ovvio - finale aperto). 
Ben realizzato e confezionato, ben strutturato - senza punti morti tra l'altro - e ben montato, è un film ambizioso interessante e godibile (che abbia affascinato il pubblico e stia avendo così tanto successo anche in termini di premi non sorprende, anche per essere, come accennato, americano fino al midollo), con una colonna sonora adeguata ai vari anni e che fa presa sulle emozioni. La sua forza è data proprio dal soggetto, il resto vien da sè.
Piace o non piace, non ci sono mezze misure (ed invece è misurato, non ci sono scene strappalacrime, si limita a mostrare). Furbo? Può darsi ma l'impegno c'è e si sente. La dedizione paga.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo. 


Voto: ***1/2







Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













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