lunedì 16 ottobre 2017

Gli ultimi saranno ultimi di Massimiliano Bruno, film in bilico tra tramma e commedia dalle ottime premesse che poi si perde in un finale atroce. In ogni caso bravissima la protagonista Paola Cortellesi

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film italiano che prometteva bene, ma che si perde in un finale non all'altezza della trama.
Mi riferisco a Gli ultimi saranno ultimi di Massimiliano Bruno.
Ecco la recensione:






Gli ultimi saranno ultimi di Massimiliano Bruno del 2015. Con Paola Cortellesi, Alessandro Gassmann, Fabrizio Bentivoglio, Stefano Fresi, Ilaria Spada, Giorgio Caputo, Irma Carolina Di Monte, Alessandra Costanzo. (98 min. ca.)
Anguillara. Luciana Colacci (Cortellesi) lavora come operaia in un'azienda tessile. Il marito Stefano (Gassmann) tira a campare puntando sempre su scommesse che non vanno a buon fine. Quando rimane incinta, Luciana viene licenziata (o meglio, come dicono i capi, non le viene rinnovato il contratto) e si ritrova nello sconforto più totale, con Stefano che non vuole collaborare. 










Film - tratto da un'opera teatrale dello stesso Bruno e portata in scena sempre dalla Cortellesi - che parte come una commedia e che via via si fa sempre più drammatica in un vortice di sofferenza e disillusione. 
Interessante per la costruzione degli eventi, l'uso intelligente dei flashback e flashforward e un montaggio peculiare (che destruttura e ricompone), ha un bel pathos narrativo in crescendo (che rende la tensione e la psicologia della protagonista). 
Riesce altresì a parlare di precariato del lavoro e regala uno spaccato della società impietoso (un ritratto agghiacciante), a tratti straziante, che turba e profondamente verosimile. 
Per contro però ha talvolta dei dialoghi tagliati con l'accetta, dei personaggi macchietta (come la guardia che dorme sempre, anche in una scena cruciale), una recitazione non sempre all'altezza da parte di alcuni attori. 
Inoltre, cosa importantissima e intollerabile, casca sul finale. 
Gli ultimi tre minuti sono terrificanti e vanificano tutto quanto espresso fin poco prima: i temi trattati e l'equilibrio di un'opera che, ammettiamolo, già peccava di una fattura da fiction e che in questo caso, con un epilogo a tarallucci e vino, lo conferma. 
Brava comunque Paola Cortellesi, molto convincente (teatralizzazioni a parte). Alessandro Gassmann è invece troppo sopra le righe e Bentivoglio pare spaesato. Sempre piacevo invece Stefano Fresi. 
Da vedere per curiosità e per arrabbiarvi prima con la vicenda e poi per una conclusione che non le rende giustizia. Consigliato.


Voto: **1/2









 Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













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