Mi riferisco a Samba di Éric Toledano e Olivier Nakache.
Ecco la recensione:
Samba di Olivier Nakache and Éric Toledano del 2014. Con Omar Sy, Charlotte Gainsbourg, Tahar Rahim, Izïa Higelin, Hélène Vincent, Liya Kebede, Isaka Sawadogo, Jacqueline Jehanneuf, Youngar Fall, Christiane Millet. (119 min. ca.)
Samba Cissé
(Sy), senegalese, lavapiatti e da dieci anni in Francia, costretto in
un centro di accoglienza, non in regola con il permesso di soggiorno
e perciò a rischio di espulsione, si rivolge ad un'associazione. Lì
si imbatte in Alice, manager e grande lavoratrice in pausa dal lavoro
per esaurimento nervoso e inserita in un programma di riabilitazione
lì all'associazione. Tra i due c'è subito un'intesa. Aiuto,
sostegno reciproco: riusciranno a ricostruirsi una vita. Insieme.
Commedia drammatica firmata dagli stessi registi di Quasi amici* e con lo stesso protagonista: il simpatico e bravissimo
Omar Sy.
Interessante mix di generi, che mostra la sua forza nella
storia delle vicissitudini del protagonista - di nuovo vengono trattati i temi della clandestinità, delle differenze razziali e della fratellanza - narrate in maniera
semplice e realistica, con scene girate nei posti veri, esitenti o
dismessi. Oppure quando vengono usati toni comici o da commedia.
Quando si spinge nel romantico invece si perde, diventa banalotto
(anche se la relazione tra i due protagonisti è tenera, mai
eccessiva).
Sarà poi che l'impacciata Gainsbourg e l'imponente Sy
risultano poco credibili insieme, una specie di "strana coppia",
se non nelle scene, ancora una volta da commedia, ma il risultato
finale lascia un po' insoddisfatti.
Gli attori sono appunto in gamba
di per sé (anche se, la Gainsbourg, come detto qui sopra, sembra
scialba. Va bene, il suo personaggio di persona con problemi
psicologici richiedeva l'essere dimessa, ma come aspetto, come verve,
è piatta). Omar Sy, pur in un ruolo un po' più difficile e
meno comico rispetto a Driss di Quasi amici, riesce ad
essere espressivo e credibile. Si impegna e si vede. Bravi anche gli
altri attori non professionisti come Youngar Fall nei panni dello zio
o Tahar Rahim nella parte dell'amico algerino che si spaccia
brasiliano.
Ben scritto e con qualche momento riuscito, cade
soprattutto nel finale: una favola non plausibile e a metà, non del tutto coerente con quanto successo poco prima o comunque forzato, tirato
via.
C'è un po' di furbizia anche qui, come nel precedente lavoro.
Ma in realtà non è quella che stride, quanto la banalità, la
prevedibilità di certe situazioni.
In ogni caso la regia è buona e
anche la sceneggiatura regge bene il ritmo.
La musica di Ludovico
Einaudi si sente pochissimo in realtà.
Un film a tratti piacevole ma qui e lì fiacco. Una buona occasione non del tutto andata a buon fine.
Però è da vedere per curiosità. Consigliato.
*Mia recensione
Voto: **1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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