domenica 27 settembre 2015

Nymphomaniac vol. 2 (Director's Cut) di Lars Von Trier, seconda parte ancora più agghiacciante, esplicito e disturbante, che mostra la vera natura non solo della protagonista ma dell'essere umano in generale. Pugno allo stomaco con scene quasi inguardabili. Efficace

Oggi vi voglio parlare del secondo capitolo del film precedente.
Ossia Nymphomaniac vol. 2 di Lars Von Trier.
Ecco la recensione [ATTENZIONE, immagini FORTI]:





Nymphomaniac vol. 2 (Director's Cut) di Lars Von Trier del 2013. Con Charlotte Gainsbourg, Stacy Martin, Stellan Skarsgård, Christian Slater, Uma Thurman, Hugo Speer, Shia LaBeouf, Connie Nielsen, Nicolas Bro, Felicity Gilbert, Jesper Christensen, Cyron Melville, Sophie Kennedy Clark, Christian Gade Bjerrum, Jamie Bell, Willem Dafoe, Mia Goth, Jens Albinus, Udo Kier, Caroline Goodall, Jean-Marc Barr. (330 min. ca.)
Ritroviamo la nostra Joe (Gainsbourg) che continua a raccontare la sua storia a Seligman (Skarsgård). Racconta di quanto sia cattiva, di quanto sia malvagia, del sesso promiscuo, dell'abbandono notturno di suo figlio ancora piccolino per andare da K (Bell) a praticare sadomasochismo, bondage (ma mai un rapporto sessuale vero e proprio), dell'aborto casalingo "fai da te", del cambio di rotta in tutti i sensi. Ci sarà più di una sorpresa.



















Secondo capitolo ancora più lungo del primo in questa versione estesa e ancora più scioccante e complesso nei suoi piani di lettura. Eppure, paradossalmente, anche più "spiegato" e semplificato dagli stessi personaggi, ossia la voce stessa del regista.
Joe è proprio Von Trier e forse Seligman è la sua coscienza o l'altra faccia.
Citazioni colte, religiose, sulla fede, sull'etica morale, ancora una volta sulla musica (e matematica) ed altre un po' più basse e più qualunquiste, per un film che penetra dentro l'inconscio dello spettatore, si deposita lì e più ci rimane più fa star male.
Perché lavora sul lato psicologico ma mostra sempre più lucidamente anche il disagio della protagonista. Sola con se stessa, mai amata davvero se non dal padre, dipendente dal sesso suo malgrado, apatica e insensibile soltanto all'apparenza. Ma cattiva lo è davvero? È davvero soltanto una persona stanca di essere sottomessa, schiacciata dalla sua dipendenza?
Scene intollerabili e agghiaccianti perché realmente fredde e quasi inumane nella messa in scena (quella integrale dell'aborto con spiegazione medica inclusa è da incubo) ed altre con una resa poetica e visiva impeccabile, quasi da dipinto.
Un finale all'apparenza banale ma metaforico come tutto il resto.
Che Seligman simboleggi invece lo spettatore?
Una cosa bisogna dirla: non c'è misoginia. Come non c'è compiacimento nel rappresentare le varie pratiche sadomaso (nel mostrare i rapporti sessuali invece il dubbio un po' rimane).
Resta comunque un film forte, un pugno allo stomaco che si fa sentire, ma anche un'opera che fa riflettere.
Girato benissimo (l'uso della camera a mano è ridotta al minimo), scritto altrettanto con qualche furbizia qua e là, con un'eccezionale composizione dell'immagine, con un'ottima fotografia (parole già spese per la prima parte).
La Gainsbourg qui è la protagonista dolente e in parte (più espressiva e credibile del solito). Jamie Bell in un ruolo inaspettato. Willem Dafoe appare pochissimo nel ruolo del capo di Joe.
Disturbante ma efficace e, nonostante la durata, mai pesante.
Da vedere. Consigliato.


Voto: ***1/2






Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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