giovedì 24 settembre 2015

Che pasticcio, Bridget Jones! di Beeban Kidron, sequel del già mediocre primo capitolo. Situazioni ripetute, regia inesistente, attori stanchi, per un film senza un guizzo di originalità. Inutile, scialbo

Oggi vi voglio parlare di un film di un po' di anni fa. Un sequel davvero orrendo di un primo capitolo dalla qualità mediocre.
Mi riferisco a Che pasticcio, Bridget Jones! di Beeban Kidron.
Ecco la recensione:





Che pasticcio, Bridget Jones! (Bridget Jones: The Edge of Reason) di Beeban Kidron del 2004. Con Renée Zellweger, Colin Firth, Hugh Grant, Gemma Jones, Jim Broadbent, Jacinda Barrett, Sally Phillips, Shirley Henderson, James Callis, Celia Imrie, James Faulkner. (103 min. ca.)
Ritroviamo Bridget Jones (Zellweger) non più zitella ma con l'affascinante fidanzato Mark Darcy (Firth), avvocato di successo. Le differenze di modi e di stile li faranno allontanare ma sarà proprio Darcy che per primo metterà da parte l'orgoglio e cercherà di scagionare Bridget per un malinteso in Thailandia. Ovviamente ci sarà anche il giornalista Daniel Cleaver (Grant) ancora donnaiolo impenitente, che immemore dei vecchi tempi, proverà a sedurla. Tutto ovviamente andrà per il meglio. 

















Secondo capitolo della trasposizione sul grande schermo dei romanzi di Helen Fielding (in questo cambio i cambiamenti sono pesanti). 
Imbarazzante. E non perché gli episodi, le gag della protagonista mettano in luce la sua goffaggine. Si ride anche ma è proprio il prodotto in sé a non funzionare in termini di regia, sceneggiatura. 
Le situazioni si ripetono e sembrano fatte con la carta carbone tanto sono uguali alla - già mediocre - pellicola precedente, con stereotipi e maglioni natalizi. Pare tutto realizzato per amor di continuità e di guadagno. 
Gli attori non sono neanche male. Renée Zellweger se la smettesse con tutte quelle smorfie sarebbe perfino simpatica (qui più pienotta che mai) e in gamba (soprattutto in inglese. Il doppiaggio la fa apparire troppo oca). Colin Firth fa sempre bene il ruolo da uomo d'altri tempi, ma qui sembra un po' stanco. Hugh Grant invece è divertente e sempre molto cinico, ma anche il suo personaggio alla fin fine perde fascino. 
È una commedia che avrebbe tutte le carte in regola per essere piacevole, invece la regia è spenta e si adegua al copione. 
Nessun guizzo di originalità, ma soltanto un riprendere e incollare i vari sketch. 
Checché se ne dica invece, non ci sono troppe volgarità (come nel primo film, veramente pessime), tuttavia la fattura è fragile. 
La colonna sonora - ancora una volta - è composta dalle hit del momento e quindi poco contestualizzate se non per le frasi d'amore in esse contenute. 
Un sequel inutile, scialbo, con poco ritmo. Ogni tanto c'è qualche ripresa e si ridacchia ma cinematograficamente è uno spreco, è nullo. 
Da vedere solo per curiosità (e anche in questo caso in lingua originale). Ovviamente non consigliato.


Voto: **






Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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