venerdì 25 settembre 2015

Nymphomaniac vol. 1 (Director's Cut) di Lars Von Trier, film drammatico/erotico in cui il sesso viene usato come mancanza, per solitudine, per un disagio pregresso. Psicologia e scene esplicite per un film sconvolgente ma al contempo emozionante

Oggi vi voglio parlare di un film molto discusso per scene e contenuti forti. Presentato in due parti e in versioni tagliate o non censurate, è una pellicola decisamente memorabile. Questa sarà la recensione del primo capitolo.
Mi riferisco a Nymphomaniac vol. 1 di Lars Von Trier.
Ecco la recensione [Ho messo solo immagini non troppo esplicite]:





Nymphomaniac vol. 1 (Director's Cut) di Lars Von Trier del 2013. Con Charlotte Gainsbourg, Stacy Martin, Stellan Skarsgård, Christian Slater, Uma Thurman, Hugo Speer, Shia LaBeouf, Connie Nielsen, Nicolas Bro. (240 min. ca.)
Una donna (Gainsbourg) viene trovata svenuta e sanguinante in un vicolo da Seligman (Skarsgård), un pensionato appassionato di pesca, che la porterà a casa sua per curarla. Joe, questo il nome della donna, gli racconterà di essere ninfomane fin da quando era piccola, forse per evadere dalla fredda situazione familiare: ottimo il rapporto con il padre (Slater), mentre per la madre ha sempre provato odio. Tutta questa forte pulsione sessuale l'ha fatta convincere di essere una persona malvagia, che usa gli altri. Seligman cercherà di persuaderla del contrario. 












Film drammatico/erotico dalle scene esplicite e realistiche (si vede tutto, ma proprio tutto), ma al contrario, i toni sono grotteschi e surreali in pieno stile Von Trier. 
Più patinata e paradossalmente più fruibile, con i tempi meno dilatati rispetto ad altre sue opere e con l'abbandono della camera a spalla/mano e con una sceneggiatura più lineare (suddivisa in capitoli), è una pellicola che appassiona, disgusta, sconvolge ma emoziona. 
Sì, perché lo spettatore sente che tutto questo bisogno di sesso della protagonista (da giovane interpretata da Stacy Martin), non è fine a se stesso ma scatenato dal disagio, per questo fa star male e non può essere considerata un porno. D'altronde, anche l'amica e compagna di adescamento di uomini le aveva detto che il sesso non è niente senza l'amore. Eppure Joe è talmente assuefatta che non riesce a sentire più nulla neanche con con il ragazzo che desiderava, Jerôme (LaBeouf). Il sesso la condiziona anche sul letto di morte del padre: non riesce a farne a meno, non riesce a non eccitarsi per ogni minima cosa. 
Un film veramente cupo, triste, complesso e meno gratuito di quanto si possa credere, girato con sapienza. I flashback non infastidiscono e costituiscono gran parte del tutto. La fotografia è - come sempre - ottima, più calda nella casa di Seligman, più fredda nelle altre situazioni (viene usato, ancora una volta, il B/N). Bizzarro il modo di introdurre argomenti come la polifonia, Bach e la matematica durante le discussioni o in scene, nuovamente, sessuali. 
È inoltre una riflessione amara sui rapporti di coppia, sui tradimenti e l'accettazione di chi è stato tradito (vedasi la parte con Uma Thurman, davvero demenziale e grottesca). 
Gli attori sono modesti, freddi, soprattutto Stacy Martin, Charlotte Gainsbourg in questa prima parte ha poco spazio, Stellan Skarsgård è sempre molto espressivo, Shia LaBeouf è giustamente odioso. Ritorno gradito di Christian Slater in un ruolo particolarmente doloroso. 
C'è poco da capire in effetti. Entrare nella mente di Von Trier è impossibile, ma anche questo suo lavoro parla per lui. 
Realizzato da altri registi sarebbe parso furbo, creato a tavolino per scioccare, disturbare e nulla più. Qui la provocazione c'è ma è onesta. Nel bene e nel male il regista danese è un genio creativo. E tanto basta. Ma anche in questo caso, si ama o si odia. 
Da vedere (lontano dai pasti e preparandosi psicologicamente. Nonostante i genitali siano finti o "doppiati" da attori porno, è normale rimanere un poco sconvolti). Consigliato.


Voto: ***1/2






Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













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