mercoledì 23 settembre 2015

Biutiful di Alejandro González Iñárritu, dramma in un contesto di degrado e povertà estrema (Barcellona è irriconoscibile) per un film sconvolgente ed emozionante. Con un Javier Bardem eccezionale

Oggi vi voglio parlare di un film di pochi anni fa. Un film disturbante, davvero difficile da digerire ma davvero ottimo, diretto da un regista ormai diventato famoso per la sua ultima pellicola.
Mi riferisco a Biutiful di Alejandro González Iñárritu.
Ecco la recensione:
 



 
Biutiful di Alejandro González Iñárritu del 2010. Con Javier Bardem, Maricel Álvarez, Hanaa Bouchaib, Guillermo Estrella, Eduard Fernández, Diaryatou Daff, Chen Taisheng, Luo Jin, Rubén Ochandiano, Ana Wagener. (148 min. ca.)
Barcellona. Uxbal (Bardem) procura lavoro ad immigrati clandestini e deve badare ai suoi figli Ana e Mateo, mentre l'ex moglie Maramba (Álvarez) si prostituisce in giro ed è affetta da disturbo bipolare. Le cose si complicano quando scopre di avere un tumore in fase terminale e succede un grave incidente nel seminterrato dove dormono i lavoratori cinesi sottopagati. 















In un contesto di disagio e degrado, ambientato in una Barcellona che mostra la sua faccia più cupa e sporca, in cui ci si arrangia per sopravvivere comunque nella povertà assoluta, Iñárritu per la prima volta realizza una pellicola totalmente da solo (senza l'apporto di Guillermo Arriaga per la sceneggiatura: quella ed anche il soggetto sono suoi), con una narrazione lineare (anzi, circolare), senza salti temporali o flash-forward. 
La storia è semplice e durissima, con scene crude - veri pugni allo stomaco difficili da dimenticare - che raccontano situazioni realistiche, seppur con un venatura soprannaturale. Ed in effetti il tema principale (come si capisce fin dai primi minuti) è la morte, la morte che toglie, la morte che redime e perdona (e lo stesso protagonista è un sensitivo). 
È proprio questa verosimiglianza a coinvolgere e a far star male quasi fisicamente - e psicologicamente, è inevitabile - lo spettatore: per la facilità, l'abilità senza filtri, il modo così diretto del regista di mostrare tutto, anche le cose più terribili, che cinematograficamente non si fanno mai vedere. 
Gli attori sono bravissimi. Javier Bardem trasandato e malato è credibile, pare davvero sofferente. Sempre eccezionale. In parte anche gli altri. Perfino i bambini. 
Un film coraggioso: deprimente e devastante come pochi altri, eppure così profondo, sensibile e umano che se ne esce arricchiti. 
Da vedere assolutamente (soltanto quando si è ben disposti e magari in lingua originale). Consigliatissimo.


Voto: ****






Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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