lunedì 17 luglio 2017

La mano sulla culla di Curtis Hanson, thriller dall'impianto anni '90, ben costruito e con una cattiva davvero convincente: Rebecca De Mornay. Nel suo piccolo, un cult

Oggi vi voglio parlare di un film che ha parecchi anni ormai. Un thriller diretto da un bravo regista, con un ottimo cast.
Mi riferisco a La mano sulla culla di Curtis Hanson
Ecco la recensione [ATTENZIONE, SPOILER]:






La mano sulla culla (The Hand That Rocks The Cradle) di Curtis Hanson del 1992. Con Annabella Sciorra, Rebecca De Mornay, Matt McCoy, Julianne Moore, Ernie Hudson, Madeline Zima, John de Lancie. (110 min. ca.)
Claire (Sciorra) e Michael Bartel (McCoy), sono una coppia affiatata: hanno una bambina, Emma (Zima) e stanno aspettando un secondo figlio. Proprio durante la visita con un nuovo ginecologo, il dott. Mott (de Lancie), Claire subisce una molestia sessuale. Denuncia il fatto all'Ordine dei Medici e altre vittime cominciano a palesarsi. A quel punto il dottore di suicida e sua moglie, incinta, perde il bambino. Peyton Flanders, questo il nome della donna, vuole a tutti i costi vendicarsi e decide di presentarsi come baby sitter proprio per la famiglia Bartel... 
































Thriller inquietante e ben realizzato.
Sadico, ricco di suspense e di ritmo: allo spettatore vengono dati qua e là piccoli assaggi sul fatto che il peggio deve ancora accadere e gli viene fatta vivere l'attesa.
Il cast è azzeccato. Annabella Sciorra è perfetta nei panni della donna dimessa e brava madre. Rebecca De Mornay è un cattivo credibile e subdolo: un'interpretazione da brivido la sua. Ottima, davvero incisiva anche la performance di Julianne Moore al suo secondo film. Troviamo anche la piccola Madeline Zima che di lì a poco diventerà conosciuta per il ruolo di Grace Sheffield nella sit-com La tata (recentemente è apparsa nella nuova acclamata stagione di Twin Peaks).
Un film che visto adesso ha sempre quell'ingenuità e quell'impianto tipico anni '90. Ma in questo caso, seppur con molte forzature, nonostante la prevedibilità degli eventi e il personaggio del “giardiniere” Solomon sia quantomai improbabile, tutto funziona benissimo e mantiene una certa dignità.
Oggi forse potrebbe sembrare il tipico film della serie "dossier" targata Rai (o di mezza estate), ma la regia è davvero buona: Curtis Hanson sa spesso il fatto suo e la sceneggiatura fila liscia.
Nel suo piccolo, un cult.
Da vedere (magari in lingua originale per un effetto meno finto). Consigliato.


Voto: ***




Il trailer:







  
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












   
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