domenica 25 ottobre 2015

Enemy di Denis Villeneuve, thriller psicologico tratto da un romanzo di José Saramago. Tempi dilatati, movimenti lenti di macchina per un film allucinato con un Jake Gyllenhaal sempre più convincente

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film particolare diretto da un autore interessante che si sta facendo conoscere e apprezzare.
Mi riferisco ad Enemy di Denis Villeneuve.
Ecco la recensione:





Enemy di Denis Villeneuve del 2013. Con Jake Gyllenhaal, Mélanie Laurent, Sarah Gadon, Isabella Rossellini, Joshua Peace. (90 min. ca.)
Adam Bell (Gyllenhaal) è un professore di storia, ha una vita piuttosto piatta e una relazione incerta con Mary (Laurent). Un giorno, sotto consiglio di un suo collega, noleggia un film in DVD e rimane sconcertato nel vedere che una delle comparse è uguale identico a lui. A quel punto cercherà di scoprire chi è quell'uomo. La sua ricerca lo porterà in un vortice di terrore. 
















Tratto dal romanzo L'uomo duplicato di José Saramago, è un thriller psicologico allucinato (già la fotografia con i filtri virati sul giallo ma comunque fredda presentano l'opera), visionario e onirico. 
Il protagonista si ritrova a vivere un vero incubo che attrae e spaventa al contempo (come ha detto la Rossellini) anche lo spettatore. 
È una pellicola dai tempi dilatati, dai movimenti lenti di macchina ma che, paradossalmente, crea ansia e ha un ritmo teso e costante (grazie al montaggio perfetto, certo). 
Una regia, quella di Villeneuve (già eccezionale in Prisoners*. In questi giorni è nelle sale il suo ultimo lavoro, Sicario), di polso, che non si perde: sa cosa vuole dire e come vuole dirlo. 
Grandi riprese aeree dei palazzi, grande senso di oppressione e di irrealtà. 
Jake Gyllenhaal riesce a mostrare le emozioni quasi senza parlare. Espressivo. Si conferma sempre di più un attore meraviglioso. Anche perché per fare il suo doppio deve dare alcune sfumature precise. Che si percepiscono perfettamente. Le altre donne soprattutto fanno poco. Cameo di Isabella Rossellini nel ruolo della madre scettica. 
Un film particolare (certo, il tema del doppio, dello scherzo, delle allucinazioni che coinvolgono gli insetti, non è una novità per il cinema, ma qui viene trattato in un altro modo), che dà molta importanza alla forma e alla suggestione sopra tutto il resto. Eppure non un'estetica fine a se stessa, ma al servizio di una storia che se narrata con i toni sbagliati, poteva diventare grottesca (in senso negativo), ridicola. Qui c'è serietà, compostezza, c'è un clima quasi di fantascienza e lo sberleffo finale liberatorio può spiazzare o quasi deludere, disgustare. 
Interessante, inquietante e suggestivo. 
Da vedere. Consigliato.

*Mia recensione
Voto: ***/***1/2






Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate? 










  
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