lunedì 5 dicembre 2016

IN SALA - Sully di Clint Eastwood, dramma sulla figura del comandante di volo Chesley Sullemberg che il 15 gennaio 2009 portò in salvo tutti i passeggeri del volo US Airways 1549 dopo un guasto ai motori ammarando nell'Hudson. La storia è ben raccontata e messa in scena con un Tom Hanks protagonista assoluto

Oggi vi voglio parlare di un film che si trova nei cinema in questi giorni. Un film molto atteso per il binomio regista- attore soprattutto.
Mi riferisco a Sully di Clint Eastwood.
Ecco la recensione:





Sully di Clint Eastwood del 2016. Con Tom Hanks, Aaron Eckhart, Laura Linney. (96 min. ca.)
Il comandante Chesley Sullemberg detto Sully (Hanks) il 15 gennaio 2009 porterà in salvo tutti i 155 passeggeri del volo US Airways 1549 (su un Airbus A320) mediante l'ammaraggio nel fiume Hudson a New York dopo un guasto ai motori a causa di uno scontro con uno stormo di oche. Accusato inizialmente di negligenza e con un'indagine a carico, sarà "riabilitato".












Film drammatico/biografico basato sull'autobiografia del vero Sullemberg molto interessante innanzitutto per la solidità, la compattezza (è anche di breve durata, cosa insolita per un'opera di Eastwood), il suo essere senza troppi fronzoli ma al contempo spettacolare nelle scene dell'incidente, davvero d'impatto.
Gli eventi che si susseguono sono costruiti in modo impeccabile, creando tensione, ansia, pathos e vera empatia per il protagonista e il suo co-pilota Jeff Skiles.
Qualche riserva sul flashback che sopraggiunge quando Sully è al telefono con la moglie: è talmente lungo che ci si dimentica perfino di cosa stesse accadendo in precedenza.
Il cast è più che in parte. Tom Hanks riesce a sostenere il ruolo da persona normale (era già successo anche in Captain Phillips - Attacco in mare aperto* a dire il vero) alle prese con un evento "straordinario" che mette a rischio anche lui stesso. Misurato, pacato, dolente, riesce a rendere l'idea di un uomo shoccato da quanto gli è successo ma che continua a sperare perlomeno che gli venga riconosciuta la sua professionalità. Molto in gamba: era facile strafare. Bravo anche Aaron Eckhart (non troppo espressivo a dire il vero).
Anche in questo caso Eastwood parla di un eroe comune, del lato buono dell'America. Con un po' di retorica e qualche colpo basso per provocare la lacrima nello spettatore (l'altra telefonata della moglie prima dell'"assoluzione" completa) è abbastanza patetica. Non perché non veritiera (o per il fatto che Laura Linney non sia brava), per come è stata girata.
Rimane però un bel film edificante, un piccolo film, ma grande cinema (che probabilmente si porterà a casa qualcosa ai prossimi Oscar. Sicuramente Tom Hanks verrà nominato, manco a dirlo). Non c'erano dubbi, data la firma.
Da vedere (meglio se in lingua originale). Consigliato.


*Mia recensione
Voto: ***/***1/2






Il trailer:





Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?










  
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