mercoledì 5 ottobre 2016

Dio esiste e vive a Bruxelles di Jaco Van Dormael, commedia drammatica dolceamara piena di invenzioni (anche visive). Colpisce e fa riflettere parlando di temi delicati

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film belga diretto da un regista molto interessante.
Mi riferisco a Dio esiste e vive a Bruxelles di Jaco Van Dormael.
Ecco la recensione:






Dio esiste e vive a Bruxelles (Le tout nouveau testament) di Jaco Van Dormael del 2016. Con Benoît Poelvoorde, Pili Groyne, Yolande Moreau, Catherine Deneuve, François Damiens, Laura Verlinden, Serge Larivière, David Murgia, Johan Leysen, Pascal Duquenne, Gaspard Pauwels, Didier De Neck, Kody, Romain Gelin, Marco Lorenzini. (113 min. ca.)
Dio (Poelvoorde) è un pantofolaio che abita in un appartamento di Bruxelles con la famiglia che maltratta - anche fisicamente - e controlla la sorte dell'umanità tramite computer. Un giorno, la figlioletta Ea (Groyne) decide di prendere in mano la situazione e andarsene di casa. Avendo cura prima di inviare un messaggio a tutti con i giorni restanti da vivere. Porterà lo scompiglio ma riuscirà a "ridimensionare" suo padre. 














Commedia drammatica dallo humor nero e dai toni grotteschi/surreali che sbeffeggia la religione, Dio e la vita stessa con intelligenza. 
Visionaria, onirica, con effetti speciali di grande impatto visivo ed emotivo, il regista – belga - del cult Mr. Nobody*, dimostra grande inventiva e una fantasia sfrenata. 
Osa, andando contro le convenzioni, pur prendendo molti elementi della commedia francese moderna. 
Gli attori sono bravi (a parte Benoît Poelvoorde che ha proprio la faccia da villain-fumetto, è presente anche Catherine Deneuve nel ruolo di una donna che si innamora di un... gorilla), le ambientazioni sono ottime così come la fotografia. Grande importanza ha (ma bisogna scoprirlo con la visione) la musica. 
Il risultato è un film spiazzante, bizzarro, colorato, irriverente e dolceamaro, che difficilmente si può spiegare a parole. Sicuramente colpisce, dato che parla di paure concrete insite nell'uomo e di esperienze (seppur presentandole sopra le righe) che molti si sono trovati ad affrontare. 
Da vedere (solo quando si è dell'umore giusto, poiché potrebbe paradossalmente turbare un pochino. E in lingua originale. Le voci non si sposano con la fisicità degli interpreti. Ad esempio quella di Ea è da ragazza, non da bambina). Consigliatissimo. 


Voto: ***1/2









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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