sabato 8 ottobre 2016

Detachment - Il distacco di Tony Kaye, dramma sull'educazione scolastica e sulla difficoltà dei rapporti umani. Diretto benissimo - dal regista di American History X - con un montaggio dinamico e creativo. Ed un perfetto protagonista: Adrien Brody

Oggi vi voglio parlare di un film piuttosto recente. Un film diretto da un regista molto interessante. Dai toni forti, ma mai sopra le righe.
Mi riferisco a Detachment - Il distacco di Tony Kaye.
Ecco la recensione:






Detachment - Il distacco (Detachment) di Tony Kaye del 2011. Con Adrien Brody, Sami Gayle, James Caan, Christina Hendricks, Lucy Liu, Marcia Gay Harden, Louis Zorich, Betty Kaye, Bryan Cranston, William Petersen, Blythe Danner, Tim Blake Nelson, Isiah Whitlock Jr.. (97 min. ca.)
Henry Barthes (Brody) è un supplente di liceo spiantato e solo, con una brutta esistenza alle spalle (sua madre si è suicidata e suo nonno da quel momento ha perso la ragione, perciò gli tocca assisterlo). Ogni giorno a scuola vede casi umani, insegnanti frustrati. Cerca di aiutare Meredith (Kaye), una ragazzina un po' sovrappeso dalle potenzialità artistiche. Per la strada trova Erica (Gayle), una ragazzina che fa la prostituta e tenta, perlomeno, di salvare lei. 




















Dramma solido, dalla trama semplice (la sceneggiatura è ottima), ma dalla messa in scena tutt'altro che scontata.
Il montaggio creativo con l'inserimento di immagini, flash di disegni in movimento, frammenti di scene sopra le righe (come se lo spettatore di mettesse nei panni di uno degli interpreti) con l'uso di camera a mano con effetto straniante ma di enorme impatto.
Questi espedienti per parlare di un sistema scolastico che non funziona, con professori che non sanno fare il loro mestiere e gli studenti - cresciuti malamente, con famiglie disastrate o non adeguate - che prevaricano su di loro. Anche l'insegnante preparato e con più sensibilità verrà sottomesso e fagocitato dall'ambiente e potrà far poco.
Un quadro desolante benché quanto mai verosimile e attuale (non solo negli Stati Uniti, ovviamente). Inoltre racconta in generale, quanto siano difficoltosi i rapporti umani, di quanto le persone siano complicate.
I sono toni grotteschi (senza mai un filo di humor), talvolta surreali, cupi. Una cappa di tristezza sembra pervadere l'opera e attacca anche il pubblico.
Il cast è molto ricco e valido. Adrien Brody è un protagonista impeccabile, misurato: gli si legge il disagio e il dolore anche solo da uno sguardo. Una interpretazione magnifica. Bravi tutti gli altri con una menzione per Lucy Liu.
Un film particolare e coinvolgente, dal ritmo sempre teso, emotivamente forte senza mai calcare i toni, che non scende mai a sotterfugi e colpi bassi. Mantiene - mi si passi il gioco di parole - un certo distacco, un contegno. Tuttavia non è freddo, anzi, brulica di intensità. Un esempio lampante di pellicola che - perdonatemi anche qui, dato il contesto - insegna qualcosa e fa riflettere. Un gioiellino. Bravissimo il regista di American History X*! Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.

*Mia recensione
Voto: ****










Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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