mercoledì 2 maggio 2018

Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini, dramma sentimentale con una storia poco interessante che non riesce ad andare oltre gli stereotipi. Adriano Giannini imbarazzante

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film italiano diretto da un regista solitamente sempre puntuale e interessante che qui fa un vero e proprio buco nell'acqua.
Mi riferisco a Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini.
Ecco la recensione:





Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini del 2017. Con Valeria Golino, Adriano Giannini, Laura Adriani, Arianna Scommegna, Anna Ferzetti, Andrea Pennacchi, Beniamino Marcone, Italo Amerighi, Mattia Sbragia, Valentina Carnelutti. (115 min. ca.)
Teo (Giannini), quarantenne pubblicitario donnaiolo (con più relazioni parallele) conosce durante un incontro "al buio" (nel senso di quegli incontri in cui non vedenti e vedenti si trovano in una stanza al buio e provano ad interagire) Emma (Golino), cieca da quando aveva diciassette anni, osteopata e separata. Inevitabilmente tra i due scoppierà la passione, ma anche un legame di complicità, di affetto e di comprensione. Ovvio che l'amore farà cambiare Teo, che vedrà la vita in modo diverso... 











Film drammatico/sentimentale che non riesce a mantenere i propositi iniziali risultando sfilacciato, ripetitivo e piatto, sciapo e - si scusi il gioco di parole - incolore. 
Senza i soliti guizzi a cui ci ha abituato il bravissimo regista, in questo caso la vicenda va avanti per inerzia tra stereotipi, colpi di scena prevedibili e una storia d'amore che a tratti appare inverosimile, telefonatissima e, soprattutto, questo è il difetto maggiore, che non crea empatia né alcun interesse nello spettatore che attenderà passivo la fine della pellicola. 
Lontano dalla vera passione, dallo struggimento devastante messo in scena in Cosa voglio di più*, qui tutto è grigio, triste e patetico. 
Qualche scena azzeccata qua e là non riescono a togliere l'impressione di un'opera del tutto sbagliata e da dimenticare. 
Colpa degli attori protagonisti? Se Adriano Giannini è quanto di più inespressivo e ingiudicabile dalle espressioni alla poca convinzione che ci mette nel pronunciare i dialoghi, la Golino si impegna e - come da qualche anno a questa parte - dimostra di saper sostenere il film praticamente da sola, con molta misura. 
Purtroppo la storia in sé non sa che piega prendere (che sia una pellicola sentimentale anomala non è certo un difetto, quanto che la sua resa non sia incisiva ed interessante) e, malgrado la trovata del finale circolare (finisce come è iniziato cioè), non appaga. Un peccato. 
Da Soldini ci si aspetta sempre quello scorcio di vita reale mista a un pizzico di bizzarria, leggerezza e al contempo profondità, tuttavia non si percepisce neanche troppo l'ultima caratteristica, seppur si capisca talvolta l'intenzione di andare oltre il cliché e di raccontare una tematica delicata in punta di piedi, mandando un messaggio. Ma questo messaggio non riesce ad arrivare a destinazione, ostacolato da un ritmo altalenante e da poche e confuse idee. Una delusione. 
Da vedere soltanto per curiosità. 
Presentato Fuori Concorso alla 74a Mostra del Cinema di Venezia. 

*Mia recensione
Voto: **/**1/2







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













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