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martedì 7 febbraio 2017

#Oscar2017 #AcademyAwards2017 - Doctor Strange di Scott Derrickson, film fantastico targato Marvel - tratto dai fumetti Marvel - ben confezionato e recitato, con effetti speciali straordinari. Ma è realizzato palesemente per essere il primo di una serie e ciò costituisce un difetto importante

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film fantastico della Marvel con un attore protagonista molto amato.
Mi riferisco a Doctor Strange di Scott Derrickson.
Ecco la recensione:





Doctor Strange di Scott Derrickson del 2016. Benedict Cumberbatch, Chiwetel Ejiofor, Mads Mikkelsen, Tilda Swinton, Rachel McAdams, Benedict Wong, Michael Stuhlbarg, Benjamin Bratt, Scott Adkins. (115 min. ca.)
Il dottor Stephen Strange (Cumberbatch), è un rinomato neurochirurgo che perde l'uso delle mani dopo un incidente automobilistico. A quel punto, lasciato dalla fidanzata Christine (McAdams), viene a sapere di un posto a Kamar-Taj in cui ritrovare la forza mediante una sorta di magia e metodi alternativi. A quel punto conoscerà dei personaggi particolari che lo faranno diventare una specie di supereroe... 










Film fantastico/azione targato Marvel e che si rifà al personaggio dei fumetti della Marvel, per l'appunto. 
Dall'incipit interessante, è straordinario per gli effetti speciali (nomination meritatissima), per il creare così bene e per riuscire a far addentare con facilità anche lo spettatore più scettico nelle dimensioni parallele. 
Qualche forzatura qua e là, con parti un po' troppo frettolose, tuttavia è un prodotto che funziona. Le battutine sono talvolta azzeccate ed acute, altre volte telefonatissime. 
Il cast però è assolutamente perfetto. A partire da Benedict Cumberbatch, sempre espressivo e mai una macchietta neanche nelle scene più inverosimili. Mads Mikkelsen è sempre un cattivo ottimo (viene liquidato in malo modo). Rachel McAdams è come al solito meravigliosa e Tilda Swinton non si smentisce: è eclettica. 
Un film piacevole, ma palesemente (addirittura ci sono delle anticipazioni durante i titoli di coda) realizzato per diventare una saga. Ciò rovina l'atmosfera, lo fa diventare un prodottino come tanti altri nel suo genere. Ottima la colonna sonora. 
Un giocattolone tutto sommato non così orribile (anche se sa di "vecchio"). 
Da vedere per curiosità (e in vista degli Oscar). Consigliato a metà. 


Voto: **1/2






Il trailer:







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sabato 7 febbraio 2015

Orlando di Sally Potter, film tratto dal romanzo omonimo di Virginia Woolf, mescola la farsa in costume col contemporaneo, facendo un'analisi della donna nella società. Noioso e ostico

Oggi vi voglio parlare di un film di anni fa bizzarro, veramente particolare che sembra partire bene ma poi diventa confuso.
Mi riferisco ad Orlando di Sally Potter.
Ecco la recensione:





Orlando di Sally Potter del 1992. Con Tilda Swinton, Quentin Crisp, Charlotte Valandrey, Lothaire Bluteau, Billy Zane, Jimmy Somerville. (93 min. ca)
1600. Elisabetta I d'Inghilterra (Crisp), prima di morire raccomanda all'ambiguo e androgino Orlando (Swinton) di rimanere per sempre giovane. Lui obbedisce e inspiegabilmente dopo un lungo sonno si sveglia donna. 























Film in costume e in parte contemporaneo (nel finale) tratto dal romanzo di Virginia Woolf, è quasi soltanto un pretesto per parlare della donna nella società: intesa soltanto come oggetto (perfino di derisione degli stessi poeti che ne poi cantano le lodi). 
Il soggetto è carino in effetti ma la messa in scena (con la protagonista che guarda in camera) è confusa, bizzarra, il finale raffazzonato, noioso e poco chiaro. La colpa probabilmente è anche della sceneggiatura. 
C'è la farsa, c'è il grottesco, c'è il fantastico, ma tutto rimane in superficie. 
A dire il vero la regista prova a sperimentare ma sembra non riuscirci fino in fondo. La Swinton è brava ma appare poco convinta. Billy Zane interpreta Shelmerdine, il bello/macho sciupafemmine della situazione che sposerà Miss Orlando: ed è odioso. 
Comunque da vedere per curiosità. Consigliato a metà.


Voto: **1/2







Il trailer:






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venerdì 14 novembre 2014

...e ora parliamo di Kevin di Lynne Ramsay, film indipendente che tratta il caso di una famiglia disfunzionale e di problematica adolescenziale con radici nella prima infanzia per colpa - forse - di una madre inaffettiva. Cast perfetto (una Tilda Swinton più brava che mai e i tre Kevin eccezionali). Disturbante

Oggi volevo parlarvi di un film inglese indipendente molto interessante, inquietante, morboso, un vero pugno sullo stomaco. Si perde un po' verso la fine ma è comunque una pellicola interessante.
Mi riferisco a ...e ora parliamo di Kevin di Lynne Ramsay.
Ecco la recensione:





...e ora parliamo di Kevin (We Need to Talk About Kevin) di Lynne Ramsey del 2011. Con Tilda Swinton, John C. Reilly, Ezra Miller, Jasper Newell, Rocky Duer, Ashley Gerasimovich, Siobhan Fallon Hogan, Alex Manette. (112 min. ca.)
Eva Khatchadourian (Swinton) è una madre dura e poco amorevole del piccolo Kevin (Duer, Newell). Dall'altra parte Kevin è un bambino già complessato: taciturno, arrabbiato, dispettoso. Solo con lei. Eva nonostante ciò si trasferisce insieme al marito Franklin (C. Reilly) e al figlio in un posto più tranquillo e ha anche una secondogenita. Ma le cose non cambiano: il loro rapporto conflittuale sfocerà in una strage al liceo.






































Tratta dal romanzo omonimo di Lionel Shriver, è una pellicola particolare, inquietante, disturbata e disturbante - anche visivamente - con flashback ben abbinati ai brani musicali, tensione alle stelle ma che, tuttavia, non risulta di difficile fruizione.
Ben girata, quello che colpisce altrettanto è la direzione degli attori: una Swinton mai così brava e tutti gli interpreti di Kevin sorprendentemente in parte, anche i più piccoli che riescono solo con uno sguardo ad esprimere l'ambiguità del personaggio.
La sceneggiatura è - volutamente - scarna e forse alla fine cade nel convenzionale con una scena un po' stucchevole.
Il senso di famiglia disfunzionale e di problematica adolescenziale che ha radici nella prima infanzia è chiaro e, nonostante i toni grotteschi e un montaggio straniante (come alcune sequenze), piuttosto realistico.
Un pugno allo stomaco per un film che offre spunti di riflessione.
Da vedere assolutamente (quando si è in vena). Consigliato.


Voto: ***1/2











Il trailer:








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