Visualizzazione post con etichetta louis malle. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta louis malle. Mostra tutti i post

sabato 12 marzo 2016

Pretty Baby di Louis Malle, film drammatico su una bambina nata in un bordello di New Orleans nei primi del 1900 e avviata al mestiere della madre. Controverso, scandaloso, con una Brooke Shields perfetta (come tutto il resto del cast). Bella la ricostruzione degli ambienti

Oggi vi voglio parlare di un film di parecchi anni fa. Un film di un grande autore che fece scandalo.
Mi riferisco a Pretty Baby di Louis Malle.
Ecco la recensione:




 
Pretty Baby di Louis Malle del 1978. Con Brooke Shields, Keith Carradine, Susan Sarandon, Frances Faye, Antonio Fargas, Diana Scarwid, Barbara Steele, Gerrit Graham. (109 min. ca.)
1917, New Orleans. Hattie (Sarandon) è una prostituta in un bordello gestito da Madame Nell (Faye). Ha appena avuto un bambino e lì con lei vive anche la figlia dodicenne Violet (Shields), una ragazzina che sembra già sapere tutto sul sesso e che dopo poco verrà iniziata al mestiere. Dopo un po' però Hattie si sposa e lascia la figlia abbandonata a se stessa, anche se Violet dopo un po' troverà un buon compagno in Bellocq (Carradine), un fotografo in pianta stabile nel bordello (per lavoro). Ma l'istinto materno prenderà il sopravvento (o il senso di colpa). 





























Pellicola drammatica che fece scandalo - è incorsa in tagli di censura piuttosto vistosi - per le scene di nudo di Brooke Sheilds (veramente dodicenne, anzi, forse anche più piccola) e per la storia. In effetti è un film piuttosto ostico da guardare. A parte i nudi (anche delle altre, soprattutto della Sarandon), che a dir la verità sono molto realistici per il contesto, può infastidire il linguaggio colorito e su dettagli sessuali soprattutto perché a pronunciare certe cose è proprio la protagonista. 
Per il resto, è un'opera con un senso, ossia la vita di una bambina cresciuta troppo in fretta, che, a parte l'apparenza con gli altri, rimane pur sempre una bambina che vorrebbe giocare ancora con le bambole, ama fare dispetti, malanni. 
In questo Brooke Shields è stata perfetta, ma anche inquietante (una domanda sorge spontanea: ma la sua famiglia come ha potuto dare l'autorizzazione o addirittura spingerla a interpretare un ruolo simile? Squallido). Gli altri attori non sono da meno: Susan Sarandon anche se non ancora nel pieno della sua carriera risulta già matura, affascinante, magnetica (nonostante compaia poco). Keith Carradine è altrettanto convincente e molto naturale. Bravi anche Frances Faye (la padrona della casa chiusa) e Antonio Fargas (il pianista), due caratteristi perfetti. Bella la ricostruzione ambientale, la fotografia, le inquadrature (alcune immagini sembrano dei dipinti), le scenografie, la colonna sonora ispirata al ragtime del periodo. 
Louis Malle sa sempre sconvolgere e stupire nel bene e nel male: qui forse ha esagerato un po' troppo, poiché anche se la vicenda è raccontata con sapienza (il soggetto tra l'altro era suo, a quattro mani con Polly Platt, la sceneggiatrice. La mano femminile si sente. C'è meno voyeurismo di quanto si possa immaginare), la regia sia ottima, solida, ci sia molto ritmo e il tutto scorra senza intoppi, il solo fatto di aver pensato di mettere in scena un tema simile, mette i brividi. 
È vero, all'epoca le cose andavano così, non è stato inventato nulla. Poi il finale davvero necessario, fa capire il perché di ogni scelta fatta. Eppure... 
Se l'intento era invece quello di far pensare lo spettatore, ci è riuscito: ci riesce anche a più di trentacinque anni di distanza. 
Un film controverso, ma ben realizzato, ben recitato e che sa coinvolgere. 
Da vedere (sicuramente dopo i diciotto anni). Consigliato. 


Voto: ***1/2










Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

mercoledì 18 giugno 2014

CULT: Il danno di Loius Malle, film affascinante ed erotico sulla depravazione e i desideri nascosti all'interno di una coppia. Ottimi, sensuali i due protagonisti Jeremy Irons e Juliette Binoche

Oggi voglio parlarvi di un film affascinante, con molte scene erotiche e di sesso, un cult che mi è piaciuto abbastanza.
Mi riferisco a Il danno del regista francese Louis Malle.
Ecco la recensione:




Il danno (Fatale) di Louis Malle del 1992. Con Jeremy Irons, Juliette Binoche, Miranda Richardson, Ruperts Graves, Peter Stormare, Leslie Caron. (112 min. ca.)
Stephen Fleming (Irons) è un politico inglese che fa la conoscenza della fidanzata del figlio Martin (Graves), la bellissima Anna (Binoche). Fra di loro scatta subito un'attrazione misteriosa e cominciano una relazione passionale. Anna ha un passato problematico: suo fratello si è suicidato per causa sua (ossia, per la morbosità che aveva nei suoi confronti quando lei giovanissima si era messa a frequentare Peter, Peter Stormare). La madre di lei (Caron) coglie degli sguardi sospetti durante un pranzo e vieta a Stephen di vedere ancora la figlia. Ma l'annuncio del matrimonio fermerà il loro rapporto. Solo quando Martin casualmente lo verrà a sapere le cose cambieranno, in peggio. La vita di tutti prenderà una piega drammatica e diversa da prima. 



















Tratto dal romanzo omonimo di Josephine Hart, è un film che fa della sofisticatezza e del fascino dei due protagonisti il suo punto forte. 
L'incipit non convince: sembra tutto finto e ucito pedissequamente dal libro. Insomma, lei che si presenta ad una festa e incontra il padre di lui e gli dice: "Dovevo conoscerla". Dopodiché senza dire altro si mettono d'accordo per andare a consumare in una camera d'albergo. E' una situazione non credibile. Passando oltre e stando al gioco, ci si accorge subito però che anche la riservatezza e il mistero di Anna sono poco realistici. Certo, sono queste le cose che creano tensione ma certe situazioni appaiono alquanto ridicole. Man mano che si va avanti ci si rende conto che il regista però sa come raccontare, sa cosa dire e come dirlo. 
Irons e la Binoche sono perfetti: ambigui, in grado di donare ai loro personaggi quel qualcosa di più oltre lo stereotipo. Lo sfascio familiare, la depravazione, i desideri nascosti all'interno di una coppia vengono mostrati abilmente (e in questo Miranda Richardson è perfetta, soprattutto verso la fine del film con una scena di pianto rabbioso veramente toccante). 
Molte scene di sesso e qualche nudo integrale che però non sconvolgono e che sono effettivamente funzionali alla storia. Finale d'effetto e un po' troppo romanzato come l'inizio ma che prende. 
Una pellicola diventata un piccolo cult, che è riuscita pienamente a descrivere la passione di due persone estranee. Il sex appeal e la chimica dei due in alcuni momenti sono le poche cose che possono apparire vere agli occhi del pubblico. Da vedere per curiosità.
Bella e significativa la tagline del film, che lo riassume perfettamente:
"Ho subito un danno. Le persone danneggiate sono pericolose. Sanno di poter sopravvivere. È la sopravvivenza che le rende tali perché non hanno pietà. Sanno che gli altri possono sopravvivere, come loro"
 

Voto: ***
















Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?










Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)