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mercoledì 18 febbraio 2015

Non drammatizziamo... è solo questione di corna di François Truffaut, commedia sentimentale degli equivoci che, a dispetto del titolo italiano, è molto garbata ed elegante

Oggi vi voglio parlare di un altro film francese (dai, è l'ultimo. Per ora), una commedia dal titolo - italiano - curioso.
Mi riferisco a Non drammatizziamo... è solo questione di corna di François Truffaut.
Ecco la recensione:




 
Non drammatizziamo... è solo questione di corna (Domicile conjugal) di François Truffaut del 1970. Con Jean-Pierre Léaud, Claude Jade, Daniel Ceccaldi, Claire Duhamel, Hiroko Berghauer, Barbara Laage, Silvana Blasi, Daniel Boulanger, Claude Véga. (97 min. ca.)
Antoine Doinel (Léaud) e Christine (Jade), sono una coppia di giovani sposi. Lei musicista e insegnante di violino, lui fa esperimenti con la colorazione di fiori prima e successivamente per un fortunato scambio di persona viene assunto in un'azienda americana (è anche un aspirante scrittore). Nel frattempo i due hanno un bambino, Alphonse. Ma Antoine prende una sbandata per Kyoko (Berghauer), una cliente, Christine lo scopre per caso e si separano. Ma appunto, per lui è soltanto una noiosa scappatella e anche Christine non può fare a meno del marito. 






















Commedia sentimentale degli equivoci leggera, sempre molto elegante di Truffaut (il titolo bizzarro per mera ragione di distribuzione e che strizza l'occhio alle commedie sexy dell'epoca non gli fa onore) che riesce a parlare senza volgarità di tradimenti, raccontando la vita quotidiana di una coppia qualunque (ma "Antoine Doinel", interpretato sempre da Léaud, compare molte volte nei film del regista francese), alle prese con piccole tentazioni e con la routine (soprattutto dopo l'arrivo di un figlio con tutte le conseguenze psicologiche che comporta). 
Gli attori - ovviamente - sono bravissimi, la regia è briosa come la sceneggiatura, che però qui e lì pecca di una certa ingenuità (c'è anche un cameo di Jacques Tati). 
Anche il finale buonista, conservatore che salva la situazione seppur con un pizzico di malizia non migliora le cose. Nonostante ciò, proprio lo stile molto garbato, la sincerità e la passione di Truffaut anche in questo genere di pellicole, evitano di far scivolare tutto nel ridicolo. 
Film interessante, misurato e godibile diventato un cult (anche per - come è stato già detto - per il titolo). 
Da vedere. Consigliato.


Voto: ***





 Il trailer:







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martedì 17 febbraio 2015

CULT: La mia droga si chiama Julie di François Truffaut, thriller/drammatico dal ritmo teso e dai continui colpi di scena. Con due protagonisti (Belmondo e Deneuve) perfetti

Oggi vi voglio parlare di un altro film francese di anni fa, un altro cult dal titolo famosissimo.
Mi riferisco a La mia droga si chiama Julie di François Truffaut.
Ecco la mia recensione:




 
La mia droga si chiama Julie (La Sirène du Mississipi) di François Truffaut del 1969. Con Jean-Paul Belmondo, Catherine Deneuve, Michel Bouquet, Nelly Borgeaud, Marcel Berbert, Yves Drouet. (94 min. ca.)
Louis Mahé (Belmondo) è un produttore di tabacco e ha una sua fabbrica nell'isola di Réunion. Ha una fitta corrispondenza con Julie Roussel (Deneuve), francese, che lo raggiunge in nave per poi sposarlo. Ma non è la vera Julie: ha preso il suo posto per scappare con i soldi del marito una volta avuto l'accesso al conto bancario. Le cose si faranno complicate. 














Tratto dal romanzo Vertigine senza fine di William Irish (da cui è stato tratto nel 2001 anche Original Sin) è un film thriller/drammatico molto interessante per la costruzione delle dinamiche. 
La vicenda ha continui colpi di scena, è imprevedibile. 
Peccato per il finale aperto e tirato via (almeno nella versione distribuita in Italia, che dura molto meno. 94 minuti a fronte dei 120 originari). Ben recitato (a volte un po' enfaticamente), con una Catherine Deneuve meravigliosa e un Jean-Paul Belmondo con la faccia da schiaffi, ben scritto (come sempre nella pellicole del regista, i personaggi sono intriganti, ambigui e molto caratterizzati) e ben girato, riesce ad intrattenere piacevolmente mantenendo un ritmo costante e teso. 
Un cult da vedere assolutamente. Consigliatissimo.


Voto: ****







Il trailer:








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domenica 15 febbraio 2015

La sposa in nero di François Truffaut, film thriller/drammatico dal ritmo teso e con una Jeanne Moreau decisa e vendicativa. Divertissement e arte insieme con alcune scene memorabili

Oggi vi voglio parlare di un film francese di parecchi anni fa veramente piacevole e ben fatto (e ci mancherebbe, visto il regista).
Mi riferisco a La sposa in nero di François Truffaut.
Ecco la recensione:





La sposa in nero (La mariée était en noir) di François Truffaut del 1968. Con Jeanne Moreau, Claude Rich, Jean-Claude Brialy, Michel Bouquet, Michael Lonsdale, Charles Denner, Daniel Boulanger. (107 min. ca.)
Julie Kohler (Moreau) rimane vedova il giorno del suo stesso matrimonio. Infatti, uscendo dalla chiesa, un uomo, facente parte di un gruppo di amici benestanti, spara per sbaglio con il fucile dell'amico non sapendo fosse carico e colpisce al cuore suo marito. Tutti e cinque si danno alla fuga. Lei li trova e uno ad uno li uccide, vendicandosi con freddezza. 






Tratta dal romanzo La sposa era in nero di William Irish (da cui ha tratto ispirazione anche Tarantino per Kill Bill – o forse si è ispirato proprio a questo film - è una grandissimo pellicola dall'evidente ispirazione hitchockiana (la colonna sonora composta da Bernard Herrmann non è un caso). 
Un giallo/thriller che vira sui toni drammatici ed è molto bizzarro perché si capiscono subito le intenzioni della protagonista ma al contempo il ritmo incalzante e lo stile narrativo creano la giusta tensione. Il colpo di scena finale che fa esclamare allo spettatore: "Lo sapevo io!" ha un impatto fortissimo. 
Jeanne Moreau è perfetta (ed è un personaggio scritto benissimo) e qui c'è una somiglianza con Bette Davis (ma forse era Bette Davis ad aver copiato lo stile francese del caschetto) anche per il sadismo. Non ha molti dialoghi ma riesce ad esprimere le emozioni soltanto con uno sguardo. Bravissima. Bravi anche gli altri interpreti. 
Un film che mette insieme divertissement e arte con molte scene memorabili e trovate registiche (le riprese dello sparo ad esempio) eccezionali. 
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.


Voto: ***1/2/****








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