martedì 12 settembre 2017

The Captive - Scomparsa di Atom Egoyan, thriller struggente, dolorosissimo e contorto ambientato tra le nevi del Canada. Cast in parte

Oggi vi voglio parlare di un film piuttosto recente. Un thriller diretto da un autore amato e criticato al contempo.
Mi riferisco a The Captive - Scomparsa di Atom Egoyan.
Ecco la recensione:






The Captive - Scomparsa (The Captive) di Atom Egoyan del 2014. Con Ryan Reynolds, Scott Speedman, Rosario Dawson, Mireille Enos, Kevin Durand, Alexia Fast, Bruce Greenwood
Brendan Gall, Peyton Kennedy, Aaron Poole, Jason Blicker. (112 min. ca.)
Canada. Cassandra (Kennedy, Fast), una bambina di dieci anni, viene rapita mentre si trova nel furgone del padre Matthew (Reynolds), davanti ad un bar del posto. Quest'ultimo, insieme alla moglie Tina (Enos), nonostante venga anche ingiustamente sospettato da un detective che segue il caso (Speedman) come colpevole, non smette di credere che la figlia possa essere ritrovata. Ed in effetti Cassandra è in mano ad un covo di pedofili organizzati, con a capo Mika (Durand). 


















Thriller anomalo. Complesso, contorto, dalla narrazione non lineare - così come il montaggio - a puzzle con flashback e presente che si integrano insieme e salti temporali che lo spettatore capirà mano a mano che la vicenda procede. 
Con tempi dilatati e con momenti di imprevedibile ritmo e tensione (come ad esempio un inseguimento di automobili). 
Il tutto in un'ambientazione gelata, in cui la neve non copre le sofferenze dei genitori e delle vittime di abusi (come nel caso di Nicole, la detective interpretata da Rosario Dawson), ma le esalta. 
Il cast è veramente in parte: Ryan Reynolds è una scelta azzeccata, così come Scott Speedman: due personaggi molto fisici, al contrario delle due donne Mireille Enos e Rosario Dawson, per l'appunto, più riflessive, con turbamenti interiori, che si riflettono anche nell'interpretazione, ovviamente. Interessante questa somiglianza. 
I film di Egoyan poi hanno alcune caratteristiche (veri e propri marchi di fabbrica) che balzano subito all'occhio e alla mente: l'eleganza della regia, ambientale, la cura dei particolari e il fascino dell'ambiguità. I temi che tratta sono sempre morbosi ed inquietanti e il modo di affrontarli altrettanto infido. 
Un film molto suggestivo, d'atmosfera e ben costruito. Alcune scene sono realmente un pugno allo stomaco. Struggente, dolorosissimo e disturbante, con pieghe inaspettate. 
Di sicuro non è un'opera prevedibile. 
A dispetto delle critiche negative è da vedere. Consigliatissimo.


Voto: ***/***1/2





Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












   
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