Mi riferisco a Creature del cielo di Peter Jackson.
Ecco la recensione:
Creature del cielo (Heavenly Creatures) di Peter
Jackson del 1994. Con Melanie Lynskey, Kate Winslet, Sarah Peirse,
Diana Kent, Clive Merrison, Simon O'Connor, Jed Brophy. (99 min. ca.)
1953,
Christchurch, Nuova Zelanda. Pauline Parker Rieper (Lynskey) e Juliet
Hulme (Winslet) sono due quattordicenni compagne di classe.
Appassionate di Opera (e soprattutto di Mario Lanza), ottime
modellatrici di creta e fantasiose, si inventano un "Quarto
mondo" con le loro icone del mondo dell'arte, della musica e del
cinema. Ma non è tutto: il loro rapporto è da subito più forte di
una semplice amicizia. E sebbene il padre di Juliet obbliga i
genitori di Pauline a portare la figlia da uno psichiatra, le cose
non sembrano cambiare. Anzi, si rafforzano. Dovranno venir separate
dopo le vicissitudini familiari dei genitori di Juliet e quest'ultima
dovrà trasferirsi forzatamente nel Sud Africa. Ma le due hanno
architettato un piano...
Dramma biografico che racconta la storia
romanzata della scrittrice inglese di gialli Juliet Hulme (sotto lo
pseudonimo di Anne Perry).
Brillante, dallo humor nero acuto e
tagliente, dai toni grotteschi e surreali (per gli intermezzi di pura
fantasia con le statuine di creta in formato gigante che prendono
vita), è un film che non giudica il comportamento delle due ragazze,
si limita a narrarlo con intelligenza.
Dal finale circolare, la
bravura di Peter Jackson, allora regista di pochi film pressoché
sconosciuti, è di saper mescolare i generi con uno stile tutto
particolare e mantenendo la tensione sempre alta, riuscendo ad essere
talvolta macabro, talvolta molto lirico.
La vicenda si snoda senza
intoppi, con una costruzione impeccabile (la sceneggiatura è senza
sbavature). Le due protagoniste sono perfette. Melanie Lynskey più
mascolina, sguardo truce e rabbioso, Kate Winslet al suo debutto nel
cinema (e che debutto!), sa già come affrontare un personaggio
complicato, dandogli la giusta fragilità, ironia e ambiguità che
serpeggia (e canta anche). Ottima. In qualche momento la recitazione
è un po' sopra le righe (ma non soltanto per loro, è una cosa
voluta, coerente con i toni grotteschi).
Interessante, bizzarro e
originalissimo.
Vincitore, giustamente, del Leone d'argento alla
regia alla Mostra del Cinema di Venezia.
Da vedere assolutamente.
Consigliatissimo.
Voto: ***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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