Mi riferisco a Copia conforme di Abbas Kiarostami.
Ecco la recensione:
Copia conforme (Copie conforme) di Abbas
Kiarostami del 2010. Con Juliette Binoche, William Shimell,
Jean-Claude Carrière, Agathe Natanson, Gianna Giachetti, Adrian
Moore, Angelo Barbagallo, Andrea Laurenzi, Filippo Trojano. (106 min. ca.)
Arezzo.
Lo scrittore americano James Miller (Shimell) presenta il suo libro
"Copia conforme" che parla della differenza, se mai ci
fosse, tra originale e copia. Alla conferenza c'è la gallerista Elle
(Binoche) - separata (?), con un figlio - la quale, mediante il
traduttore dell'opera, farà condurre l'uomo nel suo studio/negozio
d'antiquariato. Elle inizialmente vuole solo farsi firmare delle
copie del libro, successivamente decide di portare l'uomo a
Lucignano. Quando una barista (Giachetti) li scambia per marito e
moglie, dapprima Elle, poi anche James decidono di stare al gioco e
di vivere il giorno del quindicesimo anniversario di matrimonio di
lei. Come una copia conforme.
Dramma molto particolare che gioca -
ancora una volta - con realtà e finzione.
Piano piano, quasi
impercettibilmente, si passa da una commedia drammatica ad un dramma
surreale vero e proprio e in una realtà parallela. Qualche volta
confusa, ma molto affascinante.
Juliette Binoche e William Shimell
sono due protagonisti perfetti.
Ed è una gioia sentirli dialogare in
tre lingue quasi contemporaneamente (inglese, francese e italiano).
La Binoche, che tra l'altro per questo ruolo ha vinto meritatamente
il Prix d'interprétation féminine, è sempre estremamente
carismatica, espressiva, passionale e al contempo misurata (sa come
dosare l'intepretazione), raffinata. Eccezionale. Ma Shimell riesce a
starle dietro e a bilanciare i toni. Un film pieno di simbolismi
(gettati talvolta in faccia allo spettatore), criptico, che parla sì
dell'arte ma che finisce per fare una disamina del rapporto di coppia
e del matrimonio di Elle, quasi con un impianto teatrale per la
sceneggiatura.
Ottimi, manco a dirlo, gli ambienti, sfruttati
benissimo (con quella "derealizzazione" che li fanno
sembrare quasi distaccati, irreali).
Impeccabile l'apporto di Luca
Bigazzi come direttore della fotografia. Bizzarro, coinvolgente, con
un finale aperto che sa come stupire, che non dà risposte, per
l'appunto, bensì fa porre al pubblico mille domande.
Da vedere (in
lingua originale obbligatoriamente). Consigliatissimo.
Voto: ***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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