Mi riferisco a Weekend di Andrew Haigh.
Ecco la recensione:
Weekend di Andrew Haigh del 2011.
Con Tom Cullen, Chris New. (96 min. ca.)
Russell (Cullen) e Glen (New) si conoscono
in un locale gay. Molto poco romanticamente finiscono subito a letto,
ma col passare delle ore, quella che poteva sembrare solo una cosa di
una notte, si trasforma in qualcosa di più. Purtroppo però Glen che
"cerca" di diventare un artista, deve partire per gli Stati
Uniti per frequentare un corso di due anni.
Dramma sentimentale che
parla di un incontro e di una relazione senza futuro.
Russell è un
timido bagnino che ancora non ha accettato del tutto la sua natura,
almeno non apertamente, che tuttavia sogna l'amore romantico. Glen al
contrario vorrebbe gridarlo ai quattro venti e addirittura usare la
tematica dell'omosessualità per un suo progetto di arte (mediante
interviste). Due personalità diverse che si attraggono e si
desiderano ed entrano subito in una profonda intimità (non meramente
fisica): diventano confidenti, chiacchierano, si confrontano (e
finiscono anche per scontrarsi dopo aver fatto uso massiccio di
droga).
Andrew Haigh, regista del meraviglioso 45 anni*,
riesce a realizzare un'opera solida pur con uno stile scarno,
essenziale, che esalta i due protagonisti. Tutti e due perfetti per
il ruolo, mai sopra le righe.
Ed è proprio la naturalezza ad essere
la caratteristica principale: in fondo è una storia semplice, di due
giovani qualunque (anche il fatto che Russell viva in quel palazzone
così anonimo conferma questa teoria) che si trovano e in poco tempo
si innamorano. Sì, ci sono molte scene di sesso esplicito, viene
mostrata un'assunzione fuori misura di droghe (e forse è l'unica
cosa che potrebbe dar più fastidio), ma nulla che sconvolga poiché
in collegamento con la relazione e il bisogno che hanno uno
dell'altro. In tutto il mondo ha avuto critiche positive, qui da noi
la CEI ha messo il becco e il risultato è che il film è stato
distribuito in poche sale per soltanto quattro giorni (dopo quattro anni dalla sua realizzazione).
Un piccolo
film – di grande sensibilità - per una piccolissima (ma non
insignificante) storia.
Il finale è talmente vicino e realistico
anche nell'usare i cliché da toccare e stupire per questo sguardo
così limpido e disarmante che Haigh ha sugli aspetti della
quotidianità, anche nei piccoli dettagli (il ritmo molto lento non è
casuale).
Da vedere. Consigliato.
*Mia recensione
Voto: ***
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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