mercoledì 29 giugno 2016

Alla ricerca di Vivian Maier di John Maloof e Charlie Siskel, documentario sulla scoperta delle opere e ricostruzione della vita della fotografa (anzi, baby-sitter-fotografa) Vivian Maier. Quello che ne viene fuori è il ritratto di una personalità bizzarra e di un'artista forse non del tutto consapevole del suo talento (o meglio, incurante)

Oggi vi voglio parlare di un documentario. Un documentario recente su una fotografa in attività dagli anni '50 circa fino agli '80, la quale però non aveva mai pubblicato niente. Anzi, sembrava accatastare le sue opere in casse, valigie...
Mi riferisco a Alla ricerca di Vivian Maier di John Maloof e Charlie Siskel.
Ecco la recensione:





Alla ricerca di Vivian Maier (Finding Vivian Maier) di John Maloof e Charlie Siskel del 2013. Documentario che racconta di come il giovane storico John Maloof sia venuto a contatto con il materiale (quasi totalmente non sviluppato) di una talentuosissima fotografa di nome Vivan Maier. Viaggi in Francia per scoprire dove viveva - e ancora abita - qualche suo parente, interviste ai quelli che erano stati i bambini a cui aveva fatto da tata. Perché sì, lei si guadagnava da vivere lavorando o come donna delle pulizie o come baby-sitter (mansione che la lasciava libera di andare in giro e fotografare le persone - da consumata ritrattista - e i vari soggetti principalmente nelle strade). 
Il quadro che ne viene fuori è quello di una donna acuta, che sapeva cogliere il momento mediante lo scatto fotografico, ma anche stramba, meticolosa (collezionava di tutto, soprattutto giornali con notizie di cronaca nera), fissata e un po' disturbata (anche per come trattava i bambini che teneva). Forse è proprio quella sua bizzarria, questo modo brusco e misterioso di rapportarsi con gli altri (spesso firmava e faceva affari con un cognome diverso. Smith, ad esempio) ad averle in qualche modo impedito di pubblicare - o perlomeno di mostrare a chi di dovere - le sue opere. 
Il quantitativo di foto che sono state sviluppate recentemente negli scorsi anni è imbarazzante. E tutte - o in gran parte, a quanto si è capito - notevoli. 
Il documentario non è pedante, non si ripete troppo come accade di frequente con questo genere, bensì si addentra piano piano, facendoci vedere gli scatti, spezzoni di filmini casalinghi (nei quali compare anche lei. Anche in molte foto è presente anche per mezzo di autoscatto), registrazioni audio su cassetta. 
È ben articolato e conserva dall'inizio alla fine quella sottile tensione da giallo. 
Pur essendo di fattura piuttosto standard e schematico, è incisivo, conciso e riesce ad incuriosire lo spettatore, spingendolo a voler saperne di più, a voler conoscere altri artisti - famosi - a lei affini. Perché lei era un'artista. Inconsapevole (più o meno), ma pur sempre un'artista. 
Un documentario affascinante (non stupisce che abbia ricevuto tanti premi e altrettante nomination). Da vedere. Consigliatissimo. 


Voto: ***1/2























Il trailer:





Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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