domenica 24 aprile 2016

L'anima e il volto di Curtis Bernhardt, dramma sentimentale con una formidabile Bette Davis nel doppio ruolo delle gemelle Kate e Patricia. Girato benissimo, con effetti speciali stupefacenti per l'epoca. Un film irresistibile

Oggi vi voglio parlare di un film di moltissimi anni fa. Un film con una delle più grandi attrici di sempre.
Mi riferisco a L'anima e il volto di Curtis Bernhardt.
Ecco la recensione:





L'anima e il volto (A Stole Life) di Curtis Bernhardt del 1946. Con Bette Davis, Glenn Ford, Dane Clark, Walter Brennan, Bruce Bennett, Charles Ruggles. (107 min. ca.)
Kate Bosworth (Davis) è una pittrice e donna sensibile e buona. Si innamora di Bill (Ford), un uomo che lavora al faro. Questo amore sembra ricambiato, ma Bill farà la conoscenza di Patricia (Davis), la gemella identica di Kate, una donna perfida e ambigua, ma anche più curata e affascinante rispetto alla sorella. Bill se innamorerà e la sposerà. Il destino però è in agguato. 


















Dramma sentimentale prodotto dalla stessa Davis che interpreta magistralmente tutti e due i ruoli. 
Se la trama è romanzata e sì, piuttosto telefonata (negli standard dell'epoca), ciò che sbalordisce sono la messa in scena e gli effetti speciali che lasciano letteralmente lo spettatore a bocca aperta. Addirittura, non solo le "due" protagoniste sono presenti nella stessa inquadratura, ma stanno vicine o una passa il fiammifero all'altra per accendersi la sigaretta (per fare un esempio). 
Poi la Davis è istrionica ed espressiva al massimo e con piccoli accorgimenti fa capire allo spettatore chi sia Kate o Patricia. Nella sequenza del fiammifero ad esempio, quando Kate entra in camera sua, trova la sorella ad aspettarla seduta in poltrona (di spalle). Patricia, invidiosa e "crudele", la saluta. Ecco, lì la voce della Davis è roca, mentre quella dell'altra dolce sorella è suadente, pacata. Oppure a parte l'abbigliamento e l'acconciatura, è proprio lo guardo a cambiare dall'uno e dall'altro personaggio. Una transizione assolutamente non facile, ma percettibile, palpabile. 
Si dice sia una delle sue migliori performance. Forse sì, perché ricca di sfumature. Poi ci si ricorda delle innumerevoli altre interpretazioni memorabili e l'affermazione lascia il tempo che trova. Bravo anche Glenn Ford, affascinante come al solito Qui è più una spalla. 
Ottima la fotografia, bel bianco e nero e una storia che nonostante tutto affascina. 
Un unico difetto: il finale è troppo affrettato. Se avessero anticipato leggermente le cose, se si fossero presi del tempo in più (non necessariamente allungando la durata) per dare una forma alla chiusura, sarebbe stato perfetto. 
Comunque un film irresistibile per gli amanti del cinema classico e un'impagabile goduria per gli amanti di Bette Davis, una delle più grandi attrici di sempre. 
Da vedere. Consigliatissimo. (La Davis interpreterà di nuovo il ruolo del doppio nel 1964 in Chi giace nella mia bara?* di Paul Henreid). 

*Mia recensione
Voto: ***1/2







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento